Al liceo è così, ti riempiono il cervello con la filosofia, la storia, la letteratura. Ti insegnano a pensare a ragionare ad avere un tuo punto di vista sul mondo. Ti fanno crescere i sogni dentro, ti pompano con le teorie di Epicuro, di Cicerone, di Dante te le iniettano nelle vene e si mischiano al sangue e tu ci credi. Ti arrabbi, ti scandalizzi, ti devasti il cervello, ti chiedi mille perché e saliresti sul punto piu alto del mondo per gridare a tutti quei grandi che non capiscono un cazzo. Ma che state combinando? Che cazzo state facendo? Non vedete che state tutti morendo!
Poi il liceo finisce, non c’è più Macchiavelli, che ti dice di usare il pugno in un guanto di velluto, non c’è Pirandello a dirti che tutti indossiamo una maschera. E tutta quella forza che ci sentiamo dentro piano piano finisce, sparisce, si esaurisce. Si consuma a contatto con la realtà, con la vita vera, in cui non c’è tempo per fermarsi a pensare, a ragionare sulle cose, a filosofeggiare. Ci lasciamo trascinare dalle cose e smettiamo di usare il cervello, di sognare e di provare a immaginare che diverso è possibile. Ci dimentichiamo come si fa, ci convinciamo che non serve a niente, che con gli ideali non si mangia e diventiamo vecchi.
Vecchi dentro, nel cervello, che si sottomette alla legge del piu forte, che non si chiede piu perché. Tanto non ce ne frega niente, tanto anche se lo sappiamo perché non ce ne facciamo niente, il mondo non cambia se mi chiedo perché e se quel perché è giusto o meno. Deboli e impotenti, come alberi senza linfa. Secchi e vecchi.
Allora mi chiedo. E se non si smettesse mai di studiare, di ragionare, di fare filosofia. Non sarebbe tutto più semplice? Saremmo perennemente invasi di entusiasmo, vitalità, voglia di fare. Suggerisco l’istituzione di un giorno di studio, obbligatorio per tutti. Per ripassare il risorgimento, la storia moderna, la letteratura, la scienza. Saremmo più sicuri di noi stessi, piu produttivi, meno depressi ed affranti, non potremmo essere presi in giro, perché possediamo la conoscenza e anche la classe dirigente sarebbe meno ignorante e i più idealista.
Più cultura per tutti per vivere meglio.
Pensiero utopistico di inizio primavera.