Ho finito adesso di leggere il libro di cui vi parlavo qualche giorno fa “Una barca nel bosco” di Paola Mastrocola e oggi ho già pronto ad attendermi sul comodino un nuovo libro della stessa autrice: “Più lontana della luna”. Prima di raccontarvi la trama (copiarvi cioè quanto scritto nel retro copertina) di questo nuovo romanzo spendo ancora due parole sul primo che infondo è stato quello che mi ha spinto a voler leggere ancora della stessa scrittrice. Ciò che mi è veramente piaciuto, a parte la crudezza della storia, la triste verità che chi è figlio di medico, avvocato, architetto ha la strada mezza (se non del tutto) spianata (e qui potremo stare ore a discutere quindi per favore se decidete di commentare o criticare questa mia affermazione che siano critiche costruttive) è stata la semplicità della scrittura, la facilità dell’espressione propria di chi sa. Poche cose ho appreso nel mio cammino universitario ma credo che una importante sia il fatto che bisogna saper esprimersi in modo tale che tutti possano capirti. Puoi parlare e discutere anche delle cose più inverosimili o inverosimilmente complicate ma se vuoi avere qualcuno che ti ascolta, se vuoi veramente far partecipe un altro dei tuoi discorsi allora devi raggiungerlo. E puoi farlo se lo metti in condizione di comprenderti. Un ultimo appunto va alle metafore delle piante. Mi è piaciuta tanto che quasi quasi la riporto:
Il fatto è che quando pianti un albero devi pensare a come diventerà: devi vedere il suo futuro, prevederlo. Fargli posto per quando sarà grande. Se no, troppo comodo: tu ti metti attorno tutti gli alberi che vuoi e poi quando sono cresciuti che non ti stanno più in casa, cosa ne fai, li butti? Bisogna farcene carico, del futuro di chi ci sta intorno. Bisogna pensarci a quel che sarà di loro. Non è che puoi fartene due baffi, amici come prima e tanti saluti.
Vengono da me perchè vogliono imparare ad aspettare, a non avere fretta. Desiderano imparare la lentezza e nulla è più lento di una pianta che cresce.
E questa sera, come anticipato inizierò “Più lontana della luna”: Anni 70, Stupinigi, dintorni di Torino, Lidia, una ragazza di 15 anni, figlia di un operaio Fiat, abita in un ex scuderia della Palazzina di caccia dei Savoia. non va più a scuola e aiuta la mamma a vendere la verdura al mercato. Un giorno appare nel tinello di casa sua un elegante venditore di enciclopedie… E la sua vita cambia: Lidia si mette in testa di diventare un trovatore, di fare come quegli antichi poeti provenzali che amano donne lontane, forse mai esistite. Così scappa di casa, non per fare politica ma per cercare l’amore da lontano. Il romanzo racconta le avventure e le scoperte di questa ragazza, così distante dalla Storia che le scorre accanto.
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