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Piume d'Angelo - Capitolo 13 | Confronto con Cole

Da Sofiastella84 @Sw3etValent1na

Piume d'Angelo - Capitolo 13 | Confronto con Cole
Cole Edwards osservava l'immagine di M-02 catturata dalla telecamera di uno spazioporto. I fratelli Ratatosk erano stati così gentili da fornirgli, oltre alle immagini, anche l'email per contattare "Joshua".
Alex fu risvegliata dal profumo delle pancakes e del caffè provenienti dalla cucina.
Dopo essersi vestita, raggiunse Joshua e Clara al tavolo della colazione.
"Wow, sono fantastiche!" esclamò Clara, addentando un pezzo di pancakes.
Alex si accomodò al tavolo. Joshua le passò un piatto di pancakes e una tazza di caffè americano.
"Ho ricevuto un'email da Edwards" disse. "Vuole incontrarti questo pomeriggio alla sede di Londra."
"Così potrò seguire tutto quello che direte e chiamare i rinforzi, se necessario; non mi aspettavo che l'MI-06 avrebbe accettato di collaborare così prontamente, invece hanno messo una squadra a nostra disposizione, tipo, in un lampo!” disse Clara, consegnando a Joshua e Alex una microtrasmittente.
Joshua prese la trasmittente e la sistemò nell'orecchio sinistro.
"Ci ricevi, Clara?"
"Sì, tutto ok."
Un ufficiale delle Forze Speciali gli si fece incontro. Era giovane, biondo-rossiccio e con un viso aperto e cordiale.
"Maggiore Francis Connor."
"Joshua Ratatosk."
Joshua ricambiò il saluto e gli porse la mano. Connor ricambiò a sua volta con una vigorosa stretta di mano.
"Come intendete procedere?"
"Alessandra entrerà da sola nell'edificio. Clara fornirà la copertura audio. Avrei bisogno di un cecchino su quel tetto e di una squadra pronta a fare irruzione se dovesse essere necessario estrarre l'agente."
Connor annuì e si allontanò per dare ordini ai suoi uomini.
Alex sollevò lo sguardo sull'edificio che ospitava l'ufficio di Edwards.
"Sei pronta?" le chiese Joshua.
Alex chinò il capo in un cenno d'assenso, attraversò la piazza ed entrò nel palazzo.
Le porte dell'ascensore si aprirono su un open space suddiviso in cubicoli. Deserto.
Alex lo attraversò e raggiunse l'ufficio di Edwards.
Cole sedeva alla scrivania. Non era la prima volta che lo incontrava. Le sembrò molto invecchiato.
Indossava un completo elegante grigio perla, una camicia candida e una cravatta di seta azzurra.
La ricevette con la consueta affabilità, ma ad Alex non sfuggì la tensione nella sua voce.
Si chiese per quale motivo l'uomo fosse così nervoso. Perché il luogo era deserto?
"Ho dato agli impiegati un giorno di vacanza" disse Cole.
Indicò la sedia dall'altro lato della scrivania.
"So che collabori con Volsung Ratatosk. Joshua. Sono stato io a mandarti da loro. Sapevo che i Ratatosk ti avrebbero dato rifugio, dal momento che sei uno dei soggetti del Progetto Metatron. Immagino che il piano di Joshua sia catturarmi per estorcermi informazioni sul mio sponsor. Credo che abbiate già escluso la possibilità che sia Ueda a finanziare questa mia impresa privata di spionaggio."
Alex non si scompose.
"Purtroppo" continuò Edwards, aprendo il cassetto della scrivania, "Non posso permettervi di catturarmi. Vedi, io sono un imprenditore. Interrogato, non resisterei nemmeno cinque minuti. Farei immediatamente i nomi del mio sponsor e di tutti i miei collaboratori. Non sopporto il dolore, anche se è altamente improbabile che le forze armate di Midgard utilizzino tecniche di tortura per interrogare i prigionieri; dopotutto, Midgard è l'ultimo baluardo di difesa della civiltà e della democrazia. Così dicono."
Trasse dal cassetto una pistola e controllò che fosse carica. Armeggiò con la sicura.
"Prima di ritirarmi dalle scene - e non per godermi la pensione, ho una missione da compiere. Ora, non credo che il tuo cavaliere in armatura bianca ti lascerebbe morire, ma, per sicurezza, vedrò di colpire un punto da cui il sangue non sgorghi troppo abbondante e troppo in fretta. Ti avverto, la mia mira fa schifo, per cui sta' ferma se non vuoi che becchi un'arteria o un punto vitale. Fammi questa cortesia."
Alex avvertì un rivolo di sudore freddo rotolarle giù per la schiena.
«Non penserà sul serio che io...?»
Vide la disperazione negli occhi di Edwards e intuì quali fossero la sua "missione" e il senso di quella frase sibillina - «e non per godermi la pensione».
"Non sparare!" esclamò, saltando in piedi. "Non è necessario! Il sigillo si spezzerà comunque!"
Il colpo la raggiunse e si conficcò nello stomaco. Alex restò senza fiato, poi si accasciò.
Mentre lottava per restare cosciente, vide Edwards portarsi la pistola alla tempia e tirare il grilletto.

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