Piume d’Angelo, di Valentina Bertani – Recensione

Creato il 16 dicembre 2014 da Visionnaire @escrivere
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Titolo: Piume d’Angelo

Autore: Valentina Bertani
Editore: autopubblicazione
Pagine: 159
Prezzo: 3,99€ (ebook)

Trama (dalla quarta di copertina):
XXV secolo. L’Umanità ha colonizzato la Galassia. Ma non ha eradicato le guerre. Questa è la storia di Alex, una bambina prestrutturata, in lotta e in fuga dal suo passato, in un mondo sull’orlo del caos.

Nato sul web, Piume d’Angelo è un progetto dalla duplice anima: è possibile acquistare l’opera completa in formato ePub su Amazon, Ultima Books, Bookrepublic, Google Books, Hoepli. Su Wattpad e sul blog Il quaderno di Sofia, aggiornati ogni mercoledì e venerdì, si possono leggere free i primi capitoli del romanzo. Si può inoltre richiedere all’autrice di riutilizzare situazioni, ambientazioni e personaggi (info) a patto di attribuirle la paternità originaria dell’opera.

Recensione:
Di esordienti che si autopubblicano, ormai, ce ne sono tanti e io non sono affatto contraria al self-pubblishing, però c’è da dire che poi da lettore è difficile distinguere quello che potrà essere un buon investimento da quello che potrebbe rivelarsi una delusione e uno spreco di soldi.
Io credo che Valentina Bertani abbia una buona padronanza di linguaggio e un’eccellente fantasia. Doti non affatto scontate, soprattutto nella fantascienza dove l’originalità fa gran parte del lavoro. Anche a livello di ricerca si può dire che il romanzo è accurato. C’è una solida documentazione alla base e tutte le invenzioni e le strutture futuristiche, le navi e i dispositivi elettronici sono stati studiati meticolosamente prima di essere descritti a noi lettori. L’ambientazione è sicuramente la parte più riuscita del romanzo.
Però, nonostante queste doti dell’autrice, Piume d’Angelo soffre di difetti evidenti che sarebbero potuti essere facilmente eliminati con un buon editing.
Infodump eccessivi e pesanti rallentano la lettura e sono posizionati nel bel mezzo di dialoghi e azioni, interrompendo le scene, con il risultato di distrarre il lettore piuttosto che incuriosirlo.
Molti personaggi vengono descritti minuziosamente, ma compaiono per poche righe per poi scomparire, creando solo più confusione. La stessa cosa avviene per la maggior parte dei nomi e delle sigle delle varie società che creano solo una cacofonia di informazioni nelle quali è difficile districarsi.
Le descrizioni dei luoghi e dei personaggi sono statiche: i protagonisti non interagiscono con l’ambiente (in alcune scene addirittura sanno come è strutturato il piano di sotto di un edificio senza averlo mai visto) e vengono descritti in elenchi interminabili di forme e colori che sembrano liste della spesa. Ogni volta che una scena si apre l’autrice ci descrive minuziosamente il colore degli occhi, dei capelli e dei vestiti (nonché la marca degli stessi – che chissà come, è spesso la stessa o simile a quelle dei giorni nostri, anche se ci troviamo in un futuro lontanissimo) fermando l’azione. I personaggi non parlano e non agiscono finché la descrizione non è terminata.
Errori, questi, dettati da una scrittura acerba che sarebbero potuti essere risolti facilmente dall’autrice, se qualcuno glielo avesse fatto notare, perché le capacità linguistiche le ha.
Nel testo ho trovato pochissimi refusi (a parte il nome di Emilio che da metà libro diviene Èmile).
Allo stesso tempo, accanto a una sintassi e una grammatica corrette, troviamo personaggi poco credibili, di età non ben definita (dovrebbero avere intorno ai vent’anni, ma si comportano e parlano come bambini, giocano con i peluches, chiedono alla mamma di portare loro il latte coi Choco Chips; oppure vengono descritti come bambini piccoli ma poi servono il the alle riunioni degli adulti o cucinano biscotti da soli).
Inoltre, alcuni avvenimenti appaiono poco logici (ad esempio, in seguito a un attentato, ai civili vengono assegnate cabine extra lusso con tanto di letto a una piazza e mezza e bagno in camera con vasca su di un’astronave militare). Non credo che, anche nel futuro, un mezzo militare possa essere costruito con un tale spreco di spazi e risorse e, anche se fosse, dubito che tali privilegi venissero assegnati ai civili in caso di codice rosso. Sarebbe stato più logico stipare sul mezzo più gente possibile al fine di portare al sicuro il numero maggiore di civili.
Fare più viaggi per far stare le persone comode mi sembra quantomai assurdo.
Tutto questo, unito a un intreccio poco chiaro e difficile da seguire (per via dei numerosi nomi e informazioni che ci vendono dati) mi vedono costretta a dare al lavoro solo 2,5 stelline.
Ed è un peccato perché secondo me quest’autrice potrebbe fare molto meglio.

 Voto:

  • Luna

    Chi sonoSono una una persona profondamente lunatica. Un giorno sono la donna più felice del mondo, quello dopo vedo tutto nero. Amo leggere, scrivere e lamentarmi di quello che mi circonda.

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