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Ma quando la pizza diventa pizza?
Sicuramente quando i napoletani conobbero il pomodoro, lo coltivarono e lo seppero schiacciare e strizzare per ricavarne il sugo da abbinare a pasta e carne, solo allora la pizza si fece pizza e si fece pranzo e cena, spuntino, cibo da strada.
Prima era una base semplice come la focaccia, che veniva condita o no a seconda.
Dopo, anni dopo, arrivò la famosa variante della “Piazza Margherita”, inventata dal pizzaiolo Raffaele Esposito nell’estate del 1889 in onore della Regina Margherita, e la pizza passò dai vicoli di Napoli alle città del mondo.
Ma qualsiasi impasto di farina, acqua, olio e un po’ di lievito, tirato si può definire pizza?
Non proprio.
La pizza per eccellenza, risulta dall’impasto di questi ingredienti, lavorati non troppo energicamente e non troppo a lungo per ottenere un impasto elastico (se si lavora troppo, l’impasto si stressa), fatto lievitare e riposare adeguatamente, quindi tirato, su un piano di marmo, con le mani a forma di disco non troppo sottile, con il bordo leggermente più spesso (cornicione), che mantiene il condimento verso il centro.
Ovviamente la pizza per essere tale va cotta a forno a legna...ma noi, a casa ci accontentiamo anche della cottura in forno elettrico, purché il risultato sia soddisfacente.
Questa è la mia ricetta di pizza, ma ognuno alla fine elabora la sua, basandosi su segreti, suggerimenti, esperimenti.
Ingredienti
500 gr di farina 0
circa 250-300 gr d’acqua a seconda
25 gr di lievito di birra fresco
2 cucchiaini di sale fino
3 cucchiai d’olio d’oliva extravergine.
Salsa di pomodoro
mozzarella di bufala o fiordilatte
basilico
In una spianatoia mettete metà della farina a fontana, sbriciolate il lievito e iniziate ad amalgamarlo alla farina aggiungendo acqua.
Lavorate con le mani, ma non energicamente, aggiungendo l’altra farina, l’olio d’oliva, e per ultimo il sale, dovrete ottenere un impasto liscio e morbido.
Con l’impasto ottenuto una palla e mettetela a riposare sotto una capiente terrina capovolta dall’ora alle 2 ore, meglio se in un luogo caldo, fino a raddoppiare di volume.
A questo punto prendete l’impasto e lavoratelo per un minuto ancora, quindi stendetelo su una teglia da forno.
Prima di condirla potete farla lievitare ancora, otterrete una pizza dallo spessore più alto.
Quindi distribuite sulla pizza la salsa di pomodoro, sale q.b, la mozzarella tagliata a cubetti ed infornate a forno preriscaldato a 240 °C, modalità ventilato, tenendola sulla parte bassa del forno.Cuocetela guardandola a vista le prime volte, quando è pronta servitela con del basilico fresco appoggiato sopra.
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COMMENTI (1)
Inviato il 06 maggio a 20:39
Nell'impasto della pizza non e' consentito l'uso dell'olio. Non lo dico io ma lo dice il disciplianre della pizza napoletana DOP, elaborato dall'associazione di pizzaioli napoletani. la quantita' di lievito deve essere minima 4-8 grammi per chilo di farina. La durata dell'impasto deve essere lunga (15 minuti almeno in impastatrice a forcella) e la cottura va fatta in forno a legna ad almeno 450 gradi. Come dice correttamente lei (contraddicendosi in seguito) "qualsiasi impasto di acqua, farina, sale e lievito (niente olio) puo' definirsi pizza? Non proprio".