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Pizza mafia mandolino

Creato il 16 ottobre 2012 da Tanci86

Pare circoli una nuova pubblicità norvegese che descrive gli italiani come dei mammoni.
Cosa che del resto è anche decisamente vera.
Ovviamente sono nate delle polemiche a riguardo, su quanto non è giusto essere oggetto di razzismo, su quanto quanto il nostro ruolo nel mondo è sottovalutato blablabla.
Il punto è che francamente c'è in tutto questo un ricco fondo di verità: gli italiani sono notoriamente poco maturi e pigri, se escludiamo quella parte in minoranza, ma decisamente importante che va all'estero per lavorare e/o studiare seriamente.
Sia chi ha pregiudizi simili che chi si infervora tanto per difendere il prestigio italiano non ha capito un cazzo.
Gli italiani sono mammoni agli occhi di altre culture come quella scandinava, nello stesso modo in cui gli scandinavi sono per noi freddi, tristi e alienati.
Si chiama cultura tesorini miei.
Ma a questo punto vorrei fare una cosa che non faccio da tempo: difendere gli italiani.
Gli italiani potranno pure avere una cultura e una psicologia individuale e familiare che li rende mammoni rispetto ad altri popoli sicuramente più efficienti.
Ma provate a prendere uno di questi stranieri, fatelo trasferire con tutta la famiglia in Italia.
Ti trovi di fronte a un paese iniquo, dove i vecchi e i raccomandati lavorano e i giovani sono destinati a essere considerati con troppa poca esperienza per fare qualsiasi lavoro decente e quindi costretti a lavori e contratti poco retribuiti e gratificanti. Non parlo solo di chi ha livelli medio-bassi di istruzione, ma di gente laureata a pieni voti, in poco tempo e in corsi di laurea che in paesi più civili ti garantiscono il posto a poco tempo dalla laurea, senza tirocinii o ulteriori inutili corsi di formazione.
Ora, se ti trovi in una situazione simile, è così anormale stare in casa coi genitori (quando tanto è abbastanza impossibile trovare un appartamento tutto tuo)?
Certo, gli scandinavi non stanno a casa fino a 30 anni, ma se è per quello hanno un mondo diverso che li aspetta fuori ben diverso da quello italiano. Hanno aziende realmente competitive che investono sui giovani e non li sfruttano per non far lavorare quei 4 raccomandati o vecchi parcheggiati da anni che contano i secondi alla pensione; hanno sussidi di disoccupazione che possono garantire un attimo d'ossigeno; hanno uno stato che crea posti di lavoro; hanno scuole e università che preparano veramente al mondo del lavoro, i cui diplomi sono riconosciuti e valutati. Cose che negli ultimi 20 anni in Italia mancano.
Pensate che il norvegese in questione, tanto critico verso di noi quando sta a casa sua, sarebbe in grado di cavarsela in un contesto come il nostro, senza fare affidamento a quella che più o meno ti dà qualcosa nella nostra cultura, ovvero la famiglia?

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