Magazine Diario personale

Pizza rustica alici, capperi e olive

Creato il 13 ottobre 2013 da Povna @povna

E’ stata una settimana pazza, di quelle nelle quali, per recuperare il tempo perduto, non ci sono giorni liberi, né domeniche (ma ovviamente restano comunque gli amici e le birrette). Proprio per questo, se la socialità è uno di quegli elementi ai quali la ‘povna non rinuncia per principio, come la piscina, l’organizzazione doveva essere millimetrica, senza mezza sbavatura. Ne ha fatto le spese la scrittura del blog, purtroppo (cosa che alla ‘povna dà fastidio, sempre): un po’ perché non ce l’ha fatta, un po’ perché quando poteva farcela la tecnologia non è stata clemente, un po’ perché ha avuto, sparsi per le ore e per i giorni, altri e diversi narratari.
Tra le attività significative, comunque (dopo il ritorno telematico di Corto) sono da segnalare: la scrittura di saggio per l’altro mondo (a tre mani, insieme a zio Remo e Viola, anche), nel quale la ‘povna parla di scuola e insegnamenti, sperando di dire cose argomentate e toste (e che faranno, visto che nessuno dei tre l’ha mandata a dire, per parlare schietto, a chi le legge, si spera, un po’ di male); poi la prima riunione della commissione POF, nella quale la ‘povna ha proposto la sua linea di condotta (e che prevede un sacco di lavoro per tutti); la paura di aver perso il portafoglio (poi rientrata, per fortuna – ma che le ha offerto la possibilità di battere il record dei 4 Km in bicicletta) e poi il suo compleanno (che è stato il 10 ottobre).
Per sopravvivere a tutte queste corse, martedì pomeriggio ha pensato bene di fare una torta. Salata, ovviamente, ché le torte dolci non sostituiscono il pranzo quando sei di fretta; e, sostanzialmente, con quanto aveva in casa. Cioè: un rotolo di pasta sfoglia Coop (per una volta comprato, pazienza), una mozzarella, un po’ di emmenthal, delle alici di qualità discretissima, un pugno di capperi sotto sale, il basilico della sua finestra, e olive nere. Il procedimento è di una semplicità imbarazzante.
Si accende il forno a 200°, in modo che sia pronto. Intanto, si srotola la pasta, si cosparge di un filo di olio, vi si mette sopra la mozzarella a cubetti (piccoli). Poi si va di acciughe, quanto piace e quanto basta; nel frattempo, a parte, si è preparato un trito grossolano così composto: olive nere, basilico e capperi che, una volta pronto, si sparge con bei pizzichi sulla superficie completa della torta. Si aggiunge un po’ di emmenthal grattugiato sopra, a coprire, ma non troppo, una grattata di pepe nero, un filo di olio, una manciata di origano. Si ficca nel forno calda e si lascia lì dentro a cuocere, quanto serve (tendenzialmente, una ventina di minuti più cinque, se si considera anche il grill).
La pizza rustica che esce è buona, saporita e si conserva bene anche a scaldarla i giorni successivi (e qui è la dritta). La ‘povna, che spesso è passata da casa come un ciclone, con gran fretta, se la è tenuta cara in mezzo al gran trambusto. E deve dire che, comunque, è venuta proprio buona.


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