Non so se l’avete notato, ma fa caldo. Terribilmente caldo. Giusto per rinfrescarmi un po’ mi sono messa a fare la pizza! Di solito cucino da sola, ma questa volta ho avuto un fido assistente, A. e la sua cucina poco fornita. Le comiche.
INGREDIENTI:
- 1 kg di farina (più un po’ per il piano di lavoro)
- 1 cubetto (25g) di lievito di birra
- 600 ml di acqua tiepida
- 6 cucchiai di olio extra vergine
- 20 g di sale o più (a secondo del gusto)
- mozzarella per pizza [se volete,poco prima che la pizza sia del tutto cotta,potete aggiungere fette di mozzarella]
- passata
- eventuali ingredienti a scelta
Sciogliete il lievito in un bicchiere d’acqua e in un altro mettete i sei cucchiai d’olio e il sale. Versate la farina sul piano di lavoro (nel mio caso era il tavolo della cucina!) e create nel mezzo una sorta di conca, dove poi verserete il contenuto dei due bicchieri.
Una volta ottenuta la pasta mettetela in un ampio recipiente (opportunamente infarinato) coperto da un canovaccio. Lasciate lievitare per almeno due ore. Più lascierete riposare la pasta più questa sarà buona!
Dopo di che stendete la pasta. In mancanza di un mattarello potrete utilizzare una bottiglia, le migliori sono quelle di vino! Si fa il doppio della fatica,ma a mali estremi….
Prendere una teglia e ricoprirla di carta forno. Con queste quantità vengono due teglie come in figura. Mettere passata, mozzarella precedentemente tagliata e origano. Infornare a 200° per circa 20 minuti.
Una volta sfornata la pizza, non siate idioti come me ed A. Dovevamo spostare la pizza dalla teglia al tavolo, questione di neanche mezzo metro, e cosa abbiamo fatto?! Abbiamo preso le etremità della carta forno e mentre io pensavo “Meno male che non si è rotta!”, sotto i miei occhi impotenti la pizza rotolava su se stessa e cadeva a faccia in giù sul pavimento di uno che vive da solo! A. cerca di trattenere le risate per rispetto delle tristi circostanze e della sottoscritta che a momenti scoppia a piangere! Non ho avuto il coraggio di fotografare quel putiferio! Fortunatamente avevamo un altro po’ di pasta.
E la sopravvissuta.
Buon appetito e non fidatevi mai della carta da forno!
V.