Pizzetti visto da Magnoli: “Il presepe a Cremona è sempre lo stesso. Se si riuscisse a scompaginarlo per una volta sarebbe una cosa buona”

Creato il 26 dicembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

“Luciano è categorico: quando prende una decisione, raramente poi ammette di avere sbagliato”. Titta Magnoli accetta di parlare delle differenze rispetto al deputato Pizzetti, che rappresenta un modo diverso di far politica.  All’interno dello stesso partito, i candidati non hanno motivo di combattersi frontalmente. Cerchiamo però di mettere in risalto le differenze, per descrivere qualche tratto della linea del cambiamento possibile, e che non si limita al semplice dualismo Pizzetti-Magnoli. La contrapposizione netta non è accettata da Magnoli e nemmeno da Pizzetti: sono primarie del Pd, gli iscritti e gli elettori delle primarie nazionali del 25 sceglieranno il 29 e il 30 dicembre fra persone che hanno storie diverse.

“Io sono diverso da Luciano – continua Titta Magnoli – perché spesso penso di avere sbagliato. Sono cresciuto con la cultura del dubbio, non del dogmatismo. Pizzetti è molto diretto, anche venendo da un’altra storia politica, in cui probabilmente questo comportamento premiava”.

E’ la storia del Pci e dei suoi derivati: Luciano Pizzetti ha attraversato tutti i cambiamenti con forza, energia, da leader capace di aggregare e unire, di formare una rete che resiste bene. A volte mi sono domandato: è il partito che esprime Pizzetti, o addirittura è Pizzetti che esprime il partito? Pci, Pizzetti e Pirondini. Piva, Perri, Pizzetti. Quercia, Ulivo, Abete. In questo ultimo anno le differenze interne al Pd però sono emerse con chiarezza.

Magnoli ha un altro carattere. Cultura del dubbio, dunque: “Ho bisogno di vedere, di studiare, di pensarci sopra 80 volte, poi quando decido sono abbastanza tranchant anch’io. Una cosa che da un certo punto di vista gli invidio ma dall’altro credo che lo abbia anche indotto qualche volta in errore è questa categoricità: vede una realtà divisa in bianco e nero, quando il mondo è spesso una scala di grigio”.

Pizzetti il tedesco, Pizzetti l’euclideo, pensa decide applica, una “macchina politica” in senso buono, dato che il lavoro che ha fatto ha qualità. Non stiamo parlando di un uomo politico di cui dir male. Io stesso l’ho votato, e non me ne pento, alle elezioni regionali, quando Luciano Pizzetti fu tra i primi in Lombardia ad essere certo di essere diventato consigliere, visto il gran numero di preferenze. L’altro consigliere per la provincia di Cremona era l’eterno Gianni Rossoni. Ma ne sono passati di anni. E Cremona malgrado tanto impegno va peggio di prima. Non per colpa di Pizzetti, ovvio, bensì di un sistema di potere che comprende lateralmente anche lui.

Rete di potere pizzettiana? Magnoli spiega che “dipende anche dalla lunga militanza in politica, che lui non nasconde mai, che ti consente di creare legami virtuosi, non dico altro. E’ anche tempo di cambiare, se no verremo cambiati noi. Ma questo non riguarda solo il Partito democratico: riguarda la struttura economica e produttiva, l’inquinamento, molti settori. Ci vuole una scossa. L’ho sempre detto, e credo che fosse coerente candidarmi per questo, se no sarei stato un chiacchierone, al di là della questione Pizzetti, con lui o contro. Quello che manca a Cremona, o meglio ha bisogno di assumere evidenza, è far vedere la voglia di cambiamento che c’è nei movimenti, nelle persone, e muovere un po’ il quadro. Il presepe a Cremona è sempre lo stesso, se si riuscisse per una volta a scompaginare il presepe sarebbe una cosa buona”.

Il paragone Magnoli-Pizzetti, come anche Manfredini-Pizzetti, regge fino a un certo punto. Non siamo di fronte a nemici schierati l’uno contro l’altro, se no a che serve la destra? (E la sinistra “radicale”?)

“Io e Pizzetti abbiamo un elettorato diverso – spiega Magnoli – Non mi mettere in contrapposizione con lui, perché la realtà non è questa. Ci può stare nel gioco delle primarie, ma siamo due proposte politiche molto diverse. Abbiamo profili diversi, non so quante persone abbiano un dilemma. Abbiano idee anche comuni, ma una prassi politica molto diversa, quindi non mi ritengo in antitesi diretta con Pizzetti. Raramente troverai qualcuno cui ho telefonato per estorcere un voto. Le persone sanno quello che ho fatto: se mi votano sono molto felice e grato per la loro scelta, però non sto cammellando truppe. Piuttosto bisogna vedere chi viene a votare il 29 dicembre. E’ una data cruciale. Poi è un tombolone di fine anno, ci sono cinque candidati”.

Non sono troppi questi cinque? Magnoli non raccoglie la provocazione, ripete che è un tombolone e ride.

“Ci sono persone che mi aiutano, che fanno la campagna per me, ma non contro qualcuno. Non militarizzo il partito, non è la partita della vita. Potevo scegliere vie più comode, più coccolose, ma non si può puntare a far carriera per cooptazione, come si usava molto in passato. Bisogna anche misurarsi e fare una campagna politica vera, e chiedo serenamente il voto se quello che ho detto in tante occasioni ha senso. E il senso è che in provincia di Cremona ci sono situazioni molto gravi, per cui chi è stato in cabina di regia per vent’anni dovrebbe fare un passo a lato. Questa non è la provincia migliore del mondo”.

Problema davvero grave, gravissimo. Riuscirà Cremona una buona volta a invertire la tendenza? Si risolleverà dal precipizio in cui il centrodestra la fa crollare?


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