“Pizzo al pomodoro” questo il nome dell’operazione portata a termine questa mattina dagli agenti della squadra mobile di Trapani ai danni di un’organizzazione accusata di gestire il racket delle estorsioni nei comuni di Erice e Trapani.
Otto le ordinanze di custodia cautelare che hanno raggiunto: Francesco Paolo Cammareri,33 anni; Ignazio Cammareri, 30 anni; Alberto Cangemi, 40 anni; Claudio Di Pietra, 25 anni; Ivan Randazzo, 27 anni; Michele Scardina, 47 anni;Giuseppe Beninati,51 anni e Salvatore Di Pietra, 33 anni.
Tra questi nomi alcuni pregiudicati di San Giuliano, il quartiere che costeggia il litorale trapanese, già noti alle forze dell’ordine.
Sono loro che imponevano alle vittime (un ristoratore, il titolare di un’impresa artigiana, gestori di sale scommesse, un noleggiatore d’auto e un distributore di apparecchiature elettroniche) il pizzo di 500 euro da pagarsi in contanti oppure con lavori o prodotti gratuiti. Per gli usurai, inoltre, l’obbligo di noleggio auto gratuito, libero accesso alle sale scommesse e relative puntate gratuite.
Dalle intercettazioni fatte durante l’inchiesta, è stato possibile costruire la mappa del racket delle città di Erice e Trapani sulla base della quale adesso il neo procuratore aggiunto di Trapani Ambrogio Cartosio e i funzionari della Mobile stanno continuando ad indagare.
Gli uomini raggiunti dal fermo reinvestivano i proventi dell’usura per far fruttare la loro attività criminale anche sulla droga. Destinati alle piazze trapanesi ed ericine, infatti, 1,300 kg di eroina sequestrati dagli agenti durante le perquisizioni.
Marina Angelo