In realtà avrei voluto titolare il post ” di valtellina, pizzoccheri e quant’altro” includendo nella stessa frase due cose che aborro: il “di…etc” nei titoli e il “quant’altro” che ormai viene abusato come intercalare e che io personalmente trovo irrintante quanto il suo lontano cugino “cioè” detto a sproposito.
Oggi sono in modalità gaia-rompipalle o come mi chiamava la mia adorata nonna “Signorina Tumistufi“, ma solo perchè vedere tutte le foto di chi è già passato abbondantemente da una spiaggia mi fa salire il nervoso e la massima invidia! Noi stiamo contando i secondi che ci separano dalla nostra settimana toscana che sembra ancora lontanissima; per alleviare il caldo torrido abbiamo trascorso il weekend dai nostri amici in Valtellina, nella loro baita in mezzo al bosco, dove per grazia divina i cellulare prendono pochissimo, la tecnologia è ridotta all’essenziale e le nostre giornate trascorrono tra una passeggiata per i sentieri del bosco raccogliendo ortiche, camomilla, amarene e mirtilli selvatici e un bagno nella piscinetta gonfiabile fichissima della loro bimba, sotto lo sguardo vigile e attento della mia Ellie che non è per nulla amante dell’acqua (sigh!).
Come tradizione vuole, ogni volta che andiamo da loro a cena si porta in tavola una discreta quantità di pizzoccheri naviganti nel burro fuso e nel formaggio. Io amo la pasta di grano saraceno con cui vengono preparati e da cui prendono il nome ma muoio se mi mettete davanti un piatto fumante di pizzoccheri, non mi sono mai piaciuti e continuano a non piacermi!
Andre approfitta di questi we per scofanarsi di pizzoccheri come se non ci fosse un domani e io faccio altrettanto con le trote cotta sulla “pioda” (pietra ollare che si usa al posto della griglia sul bbq) dalla carne tenera come burro al sole, accompagnate da una tonnellata di verdure alla piastra.
Domenica mattina Ellie ha deciso che le 6,20 erano un ottimo orario per la mia sveglia, tanto che me la sono trovata piantata davanti al naso con il suo sguardo da “giochiamo!? dai giochiamo!? mi scappa pipì, giochiamo!?”, così siamo uscite in giardino a goderci il primo sole e quel fresco tipico della montagna e abbiamo approfittato della magia di quel silenzio per uscire e fare due passi tra le case in pietra diroccate che ancora sopravvivono in mezzo agli alberi; adoro passeggiare con Ellie e vedere il suo sgaurdo, ancora da cucciola, curioso nei confronti di tutto quello che la circonda.
Abbiamo raccolto tantissima camomilla che cresce spontanea lì a ridosso del sentiero, il suo profumo è così delicato ma al contempo così deciso che è impossbile restarne indifferenti; appena tornate in giardino Ellie si è subito impossessata del suo legno, abbandonato la sera prima dalla troppa stanchezza, e io mi sono messa a dividere i fiori della camomilla dal resto delle erbacce in maniera tale da poterla poi far essicare al sole.
La giornata è iniziata presto presto ma il suo prosieguo è stato dolce e molto rilassante, tanto che sono anche riuscita a leggere quasi un libro intero senza dovermi interrompere perchè crollo dal sonno alla sera, ma gustandomi una pagina dopo l’altra. ( Il libro in questione è “Un soffio di vaniglia tra le dita” di Meg Donohue, piacevolissimo e leggero romanzo che ruota intorno ad un’amicizia altalenante tra le due protagoniste, accomunate dall’avvio insieme di un negozio di soli cupcakes a San Francisco ).
In tutto questo non vi ho ancora dato la ricetta dei Pizzoccheri Valtellinesi:
Ingredienti (per 2 affamati)
300g pizzoccheri freschi
3 patate medie
1 verza piccola, preferibilmente il cuore tenero
250g formaggio tipo latteria (o casera semi grasso)
150g burro
salvia fresca a piacere
(pochissima luce per le foto, chiedo scusa per l’effetto alien e il colore bluastro!)
Eliminate la buccia dalle patate e tagliatele in dadolata 1x1cm; tuffatele in una pentola piena di acqua fredda e portate a bollore; tuffatevi anche i pizzoccheri e il cuore della verza ridotto in listarelle e cuocete per il tempo indicato sulla confezione.
Nel frattempo fondete il burro in un pentolino con la salvia e riducete in dadolata fine anche il formaggio.
Scolate i pizzoccheri con le patate (che a questo punto saranno tenere ma non sfatte) e la verza; trasferite in una capiente terrina e unitevi il formaggio; mescolate in maniera che fonda uniformemente e irrorate il tutto con il burro fuso sempre mescolando.
Servite i pizzoccheri subito. A mio avviso, vista la complessità del piatto e giusto per restare in zona il vino ottimale è un corposo Sforzato.
Comunque continuo ad aver necessità di mare.
Hugs,kisses&cookies