E’ UNA DELLE QUESTIONI PIU’ BATTUTE A LIVELLO MEDICO E SCIENTIFICO.Si tratta del cosiddetto effetto placebo.Da diversi anni, ormai, circolano numerosi studi, che nel corso del tempo hanno cercato di “dare una spiegazione” sulle correlazioni tra la somministrazione di un “placebo” (un’eventuale sostanza senza alcun “principio attivo”),e le “reazioni” da parte del corpo umano, anche a livello psicologico.Proprio a tal proposito, una possibile “spiegazione” a tale fenomeno potrebbe giungere da una ricerca sviluppata in Italia, e comparsa ultimamente sulla rivista “Nature Medicine”.E nella fattispecie, lo studio in questione è stato condotto da parte dei ricercatori del dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino.In base alle ricerche effettuate nel capoluogo piemontese, sarebbero emerse delle importanti novità per quanto riguarda gli “effetti”, a livello di cervello, da parte del cosiddetto placebo.In particolare, gli studiosi hanno messo in relazione le “reazioni” di diversi soggetti, alla somministrazione sia di farmaci specifici, che di appositi “placebo”.
EBBENE IN BASE A QUANTO RILEVATO SIA UN FARMACO CHE IL RISPETTIVO PLACEBO AGIREBBERO A LIVELLO CEREBRALE SULLO STESSO RECETTORE.In poche parole, il “meccanismo” attivato durante la somministrazione di un farmaco vero e proprio, sarebbe pressoché identico a quello che si genera attraverso la somministrazione di un “placebo”.E tale “effetto” sarebbe stato riscontrato sia per quanto riguarda i farmaci analgesici, che per quelli cosiddetti antinfiammatori.In poche parole, il placebo seguirebbe lo stesso “processo”, a livello del cervello, effettuato precedentemente dal farmaco, e questo sia per quanto concerne la “cura” del “dolore” (dal farmaco analgesico), sia per quella per contrastare possibili infiammazioni (meccanismo attivato appunto dai farmaci antinfiammatori).I recettori che vengono attivati, rispettivamente, in questi due casi, sono quelli degli oppioidi (antidolorifici) e degli endocannabinoidi (antinfiammatori): recettori che quindi si “attivano” non solo in presenza di farmaci, ma anche dei rispettivi placebo.
Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org