Recensione
- Autoprodotto
- Anno: 2015
Dopo aver parlato dell’ultimo album targato Abysmal Growls Of Despair, facciamo un passo indietro andando ad esaminare un lavoro uscito nella scorsa primavera con il monicker Plagueprayer, altro progetto solista dell’iperattivo Hangsvart.
Rispetto a quella che, personalmente, ritengo essere l’incarnazione migliore del musicista francese, questo Forgotten Witchery mostra tratti più sperimentali, pur conservando quelli catacombali strettamente connessi al genere funeral.
La componente ambient è infatti piuttosto corposa e si manifesta un po’ in tutti i brani, occupando per intero l’intro autointitolata e la ben più lunga Dead Town posta in chiusura del lavoro; nelle altre tracce vengono fatte convivere le due anime, che finiscono per integrarsi piuttosto bene evidenziando nel complesso un sound riconducibile a tratti ai seminali Worship, specie nei due episodi migliori, quali Dark Arcane e Germ Deliverance, dove una tremebonda vena melodica umanizza un sound la cui registrazione lo fi è sintomatica di una vis compositiva claustrofobica e ripiegata su sé stessa.
La scelta di ricorrere allo screaming rispetto al più consueto growl (che Hangsvart presta anche agli ottimi Arrant Saudade) aumenta il senso di straniamento provocato da questa prima uscita a nome Plagueprayer.
Un ascolto interessante, che va a costituire un buon corollario a quello che per il musicista transalpino resta comunque il progetto principale per qualità e peculiarità, ovvero Abysmal Growls Of Despair.
Tracklist:
1.Plagueprayer
2.Dark Arcane
3.Villagers’ Fear
4.Purification
5.Germ Deliverance
6.Contamination
7.Dead Town
Line-up:
Hangsvart – all lyrics, music, voices, concept