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Plastica Autoriparante: Una Pelle Artificiale Dalla Stanford

Creato il 15 novembre 2012 da Notiziemagazine @notiziemagazine


La nuova pelle artificiale della Stanford University è una particolare plastica autoriparante sensibile al tocco in grado di rigenerarsi in soli 30 minuti.

Questo nuovo polimero, rispetto ad altri materiali precedenti, unisce due caratteristiche che fino a questo momento non si era riuscito a coniugare, cioè la conducibilità elettrica e la capacità di auto-rigenerarsi.

I ricercatori sono riusciti a trasformare un materiale plastico che è per sua matura isolante, in un buon conduttore di elettricità e meccanicamente resistente grazie all’utilizzo di particelle di nickel.

Il team della Stanford University è riuscito ad ottenere una plastica autoriparante a temperatura ambiente e in grado di ripristinare sia la resistenza meccanica che la conducibilità elettrica al suo stadio originario.

Per iniziare il processo di riparazione della parte lesionata è sufficiente applicare una pressione sul punto danneggiato per vedere che il materiale rigenera in tempi rapidi il 75% del taglio e in circa mezz’ora il pezzo risulta nuovamente integro.

Plastica autoriparante dalla Stanford University

Plastica autoriparante dalla Stanford University

Un altro punto a favore di questa nuova plastica autoriparante è la sua capacità di rigenerare la lesione più volte, infatti i ricercatori hanno testato la capacità del polimero di ripararsi mantenendo le sue caratteristiche di resistenza e capacita di condurre elettricità, applicando il taglio sempre nello stesso punto per ben 50 volte.

La plastica auto-rigenerante è sensibile al tocco. 

Zhenan Boe e il suo team di ricercatori hanno, inoltre, valutato la possibilità di usare questo materiale come sensore.

Per gli elettroni attraversare questo materiale significa saltare da una particella di nickel all’altra. Per fare ciò, l’elettrone necessita di una quantità di energia che varia in base alla distanza che deve coprire.

Applicando una torsione o una pressione sul materiale, la distanza fra le particelle di nickel si modifica, e di conseguenza varia anche la facilità di passaggio degli elettroni.

Queste variazioni nel sottile strato della resistenza elettrica possono essere tradotte in informazioni sulla pressione e la tensione applicata sulla pelle.

L’uso commerciale di questo polimero può coprire diversi campi di applicazione, possiamo ad esempio adoperare questo materiale per quelle installazioni dove l’accesso non è facile, come il rivestimento dei fili elettrici usati nei veicoli o nelle pareti degli edifici.

Il prossimo passo che il team di Boe intende fare è quello di rendere questa plastica flessibile e trasparente in modo da poterla utilizzare nei dispositivi elettronici, quali display per smartphone, televisori e così via.

Fonte: Phys.

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