Platone, Seneca e Freud contro il delirio di Aldo Busi

Creato il 25 novembre 2012 da Uccronline

Lo scrittore omosessuale-militante Aldo Busi è tornato sulla scena mediatica, lo ha fatto con un libro dopo dieci anni dall’ultimo. Non si sa chi glielo abbia chiesto e chi ne sentisse la mancanza, sta di fatto che è tornato. Per qualcuno sarebbe sufficientemente bastata la sua triste partecipazione a L’Isola dei Famosi del 2010, dopo la quale è stato cacciato dalla Rai per comportamento gravemente offensivo e schizofrenico (è ancora valido verso di lui il divieto a partecipare ad una trasmissione Rai) .

Ancora non abbiamo avuto modo di leggere il nuovo “capolavoro” di Busi, non crediamo però di aver perso poi molto anche perché la stessa giornalista di Oggi che lo ha intervistato -dunque possiamo dire “pagata per leggerlo”- ha ammesso: «confesso di non essere riuscita a finirlo». Non bastavano le sparate di Cecchi Paone sulla sua ossessione dei gay in Nazionale, non bastava il delirio di Umberto Veronesi sulla miglior qualità dell’amore omosessuale, ora è tornato pure Busi a sostenere che «la sessualità tra due persone consenzienti e adulte dello stesso sesso risponde agli stessi parametri del diritto; l’eterosessualità è criminale, si fa bella sulla pelle altrui se respinge di essere paritaria all’omosessualità».

Se si guarda anche soltanto dal mero punto di vista naturale, è evidente che Busi è in errore. La Natura umana (e animale) ha deciso che non è affatto identica la situazione, non a caso Essa sussiste nel tempo soltanto grazie alla eterosessualità, della omosessualità invece potrebbe fare benissimo a meno. Quest’ultima certamente esiste in natura, ma questo non le fa acquisire una utilità e dunque una parità rispetto all’eterosessualità, oltretutto in natura (nell’uomo e nell’animale) è altresì presente la condizione di ex omosessualità, cioè ritorno alla eterosessualità, aspetto tuttavia fortemente rifiutato dai militanti omosessualisti. Chiunque nascesse in questo momento nell’organismo e nella mente in cui è ora, guardando l’anatomia e la fisiologia del proprio corpo capirebbe immediatamente che il suo obiettivo sessuale è l’incontro con un organismo anatomicamente e fisiologicamente complementare, come è quello dell’uomo per la donna e viceversa. Al contrario, la sessualità omosessuale è ostacolata dalla stessa conformazione naturale, anatomica e fisiologica (evitiamo di descrivere i particolari, ben compresi da tutti). In altre parole, la corporeità dell’uomo omosessuale non è affatto complementare a quella dell’altro uomo omosessuale, ma è opposta. Dunque si capisce bene che, sotto diversi punti di vista, l’omosessualità esiste come esistono numerosi altri comportamenti sessuali,  ma non è affatto paritaria all’eterosessualità.

Contro Busi la pensa anche Platone, quando nelle Leggi, afferma: «come [in uno Stato] si potrebbe garantirci dagli amori precoci di fanciulli e fanciulle, dall’omosessualità maschile e femminile, da queste perversioni che sono responsabili di incalcolabili sciagure, non solo per la vita privata dei singoli, ma anche per l’intera società?». Più avanti considera «indecente l’amplesso tra maschi e l’unione con adolescenti» (cfr. 836 A-C). Un altro celebre pensatore, Aristotele, nell’Etica Nicomachea (1148b 24-30) dice che «fare all’amore tra maschi» è uno dei «comportamenti bestiali». Seneca invece loda l’amore sponsale contrapponendolo ad altre unioni che considera contro natura (Epistulae ad Lucillium, 116, 5; 123, 15). E nel De matrimonio insiste proprio sulla liceità delle sole unioni sponsali finalizzate alla generazione. Un altro celebre dello stoicismo, Epitteto, analogamente biasima le unioni non matrimoniali ed approva solo quelle dirette alla procreazione (Diatribe, III 7, 21; II 18, 15-18; III 21, 13).  Se ci spostiamo a colui che viene ritenuto (con ragione o torto) il più importante neurologo e psicoanalista di tutti i tempi, Sigmund Freud, notiamo che il giudizio forte non cambia. Come sintetizzato dall’insospettabile Caroline Thompson, «l’omosessualità era considerata come una perversione da Freud, in un senso più medico, certo, della perversione come la si può intendere oggi quando si dice di un individuo: “È un perverso”. Ma è comunque per lui una devianza, nel senso etimologico del termine, cioè che la sessualità “normale” - perché per Freud c’è una sessualità normale – è deviata dal suo oggetto e si dirige verso lo stesso sesso, cioè un oggetto diverso dall’oggetto “normale”, che dovrebbe essere la persona di sesso opposto. Per Freud, l’omosessualità è una devianza di uno sviluppo normale». E infine: «Freud ritiene che l’omosessualità crea delle personalità più infantili o più narcisistiche». Con tutto il rispetto per Busi, ma effettivamente questa sua performance televisiva e questa lettera a Il Fatto Quotidiano non possono che illuminare questo ultimo giudizio del fondatore della psicoanalisi. Insomma pare evidente che i riferimenti più citati del pensiero umano siano profondamente in disaccordo con lo scrittore gay Aldo Busi.

Nell’intervista di quest’ultimo, citata poco sopra, egli parla a lungo anche dei bambini. Come ricordato sopra Busi è stato cacciato due anni fa dalla Rai, anche a causa delle forti pressioni dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, il quale attraverso il presidente Antonio Marziale ha fatto sentire la sua voce contro Busi, autore di pesanti dichiarazioni pro-pedofiliaCome riportato dalla stampa, infatti, durante una trasmissione del Costanzo show del 1996, Aldo Busi -allora anche collaboratore della rivista omosessuale “Babilonia”-, ha spiegato che ci sarebbero due tipi di “pedofilia”, quella buona e quella cattiva: «Non vedo nulla di scandaloso se un ragazzino compie atti sessuali con una persona più grande», rivelando anche di aver fatto lui stesso delle marchette in alcune latrine e di essere stato più volte contattato da alcuni genitori che gli avrebbero “affidato” i loro figli giovanissimi. Per lui la pedofilia “buona” è quella in cui i ragazzini superano la soglia dei 14 anni, mentre la cattiva è quella “criminale organizzata”. Da buona anticlericale ha attaccato infine la Chiesa, condannandola, affinché i suoi dogmi morali non facciano da intralcio per la libertà sessuale. Sempre nel 1996, il 13 dicembre, in diretta al TG4 di Mediaset, Busi disse:  «Io sono per la sessualità del bambino» e «si, i bambini sono sanamente perversi», specificando che secondo lui la pedofilia non è reato. Ovviamente le repliche non si fecero attendere, Pietro Zucconi, presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi, disse: «È stucchevole come in questo Paese chi produce trash o nefandezze venga arruolato per alzare gli indici di ascolto. Ha detto che la pedofilia non è un reato e deve assumersi le proprie responsabilità». Lo stesso Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori, aggiunse: «La società gode di una coscienza critica che non dimentica e che fa quadrato intorno alla difesa dei bambini rispetto a un reato che Busi ha inequivocabilmente assolto. Non è accettabile che un apologeta diventi modello di riferimento di una produzione televisiva di successo».

Aldo Busi è anche autore dell’altro “capolavoro”, intitolato “Cazzi e canguri, pochissimi i canguri” (2002), dove nel capitolo intitolato “Scusi mi dà una caramella” ed originalmente pubblicato nella rivista di cultura omosessuale “Babilonia”, scrive: «ci sono Paesi in cui le bambine e i bambini o vengono sfruttati nella prostituzione o vengono ammazzati (Brasile, Cina , India.). Allora, cos’è meglio per questi bambini, una scopata o una coltellata? E non mi si venga a dire che entrambe le soluzioni sono aberranti . E allora che sarà mai se un ragazzino di 5 o 10 o 12 anni fa una sega a uno più in là negli anni o se la fa fare? Io direi questo di veramente rispettoso nei confronti di tutti i bambini di entrambi i sessi: 1. l’adulto responsabile non si deve lasciar intimorire dall’offerta sessuale del bambino, poiché un bambino senza curiosità sessuali è un bambino già subnormale. 2. all’offerta sessuale del bambino bisogna che l’adulto responsabile dia una risposta sensuale e non una risposta astratta a base di rimproveri, ammonizioni e di sfiducia verso al propria sessualità e di orrore verso quella degli altri, tutti potenziali mostri dietro l’angolo. Se per fare questo gli si prende in mano il pisello o le si accarezza la passerina – gesti che io non ho mai fatto comunque con nessuno: sarà per questo che tutti i bambini e le bambine della mai vita mi hanno girato le spalle per sempre – che sarà mai? [...]. E adesso dopo questa campagna scriteriata contro al pedofilia confusa con al criminalità e l’aberrazione umana, che accadrà?».

Aldo Busi non ha mai rinnegato quanto detto e scritto pochi anni fa, e nonostante siano passati pochi anni da queste intollerabili affermazioni, è oggi invitato da Lilli Gruber nel suo programma televisivo “Otto e Mezzo”, nonché intervistato e celebrato dalle più importanti testate giornalistiche.


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