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Please open your mind!

Creato il 26 maggio 2012 da Giovannipaoloferrari
Il rispetto delle differenze comincia dall'avvicinarsi a culture diverse dalla nostra e cercare di comprenderne la profonda natura. Quando ho lavorato con le comunità Rom a Roma, nei campi, mi sono ritrovato in situazioni assolutamente assurde, estreme, nonché pericolose per un ragazzo di 20 anni abituato a vivere la quotidianità di un paese come Sapri. Mi sono dovuto specchiare nell'altro e, quindi, mi sono dovuto relazionare a loro come miei pari: non come qualcuno che aveva meno o di più di me o qualcuno che fosse più ricco o povero di me, ne tantomeno più intelligente o più stupido. Vedete le differenti etnie e minoranze gitane non sono stanziali per lo più, ma nomadi e la loro cultura, nel senso antropologico del termine, ne e' fortemente condizionata. Sono pochi i luoghi dove sono stanziali. Per esempio a Montpellier, dove mi trovo a vivere adesso, c'è un quartiere storico della città che ospita una grossa comunità Sinti da molto tempo. Qui sono diventati stanziali. Ma sapete perché sono nomadi e perché qui sono diventati stanziali? C'è una ragione ben precisa: perché sono stati sempre discriminati, oppressi, sterminati, dileggiati, bruciati vivi, condannati, ammazzati, torturati, impiccati, offesi, oltraggiati, scacciati, esiliati, in una sola parola "marginalizzati"! Questo elemento nella cultura Sinti e Rom e' diventato preponderante. A Montpellier si sono fermati perché il sud della Francia rappresento' un rifugio, in un determinato periodo storico, per ebrei, valdesi, ugonotti, Sinti. Oggi Montpellier e' una città "multiculturale", che ha accettato la grande emigrazione postcoloniale delle popolazioni provenienti dalle ex colonie francesi nel dopoguerra e che ospita una delle più grandi comunità di lingua araba in Francia. A parte questo Montpellier e' una città bellissima che offre una chance, una possibilità a tutti. L'esempio e' il coro che i tifosi della squadra di calcio del Montpellier intonavano a Place de la Comedie in onore dei loro eroi: "La Paillade!". La Paillade e' un quartiere periferico di Montpellier, vicino allo Stade de la Mosson, dove gioca il Montpellier. E' un quartiere povero, popolato soprattutto da persone di lingua araba. Ebbene l'eroe, il calciatore simbolo di questa squadra e' nato e cresciuto proprio in questo quartiere e ha realizzato il suo sogno di giocare e vincere il campionato francese. Dire "non sono razzista ma..." e' il primo atteggiamento che presuppone e costruisce uno stereotipo dell'altro da se'. Dalla costruzione di stereotipi alla manifestazione di pregiudizi il passo e' breve... e pericoloso! Questo lo dico a tutti, non solo alle persone dichiaratamente razziste e xenofobe, ma soprattutto a quelli che un tempo sarebbero stati definiti "benpensanti". Abituatevi all'idea di vivere in un mondo multietnico e multirazziale e che queste persone, questi uomini, donne e bambini, questi esseri umani, che non sognerei mai di definire con altri epiteti dispregiativi utilizzati da qualche bellimbusto, che non oso ripetere per rispetto di tutti voi; questi esseri umani fanno parte e faranno sempre più  parte delle nostre esistenze in un futuro prossimo. Ricordo un tempo, a Sapri, in cui si cercava la mediazione con i gruppi nomadi che stagionalmente venivano ad accamparsi in località Brizzi. La scuola, spesso, fungeva da intermediaria tra comunità e amministrazione pubblica e nei periodi che trascorrevano nel nostro paese i bambini di quei gruppi frequentavano le scuole. Certo con tanti problemi, tante difficoltà, tante incomprensioni, ma con tanta buona volontà e voglia di capire, di conoscere, di comprendere e di comprendersi. In questi ultimi anni questo sforzo si e' dissolto, si sono rianimati atavici e bestiali pregiudizi che stanno alimentando un odio razziale che ha avuto eguali solo durante la Seconda Guerra Mondiale, durante lOlocausto, dettati da una pervasiva ignoranza e bisogno di sicurezza sociale. Ricordo, inoltre, che l'Olocausto non e' stato solo lo sterminio della comunità ebraica, ma anche degli omosessuali, dei diversamente abili, dei comunisti e socialisti e, infine, anche di quelli che a noi piace definire spregiativamente "zingari". Fatevi raccontare che cosa hanno fatto gli Ustasha fascisti e nazisti agli zingari ungheresi e croati! Infine proprio perché gli italiani sono stati un popolo di emigrazione e lo sono ancora (oggi in Europa siamo secondi solo ai Rumeni); visto che i nostri nonni hanno patito la fame, hanno vissuto di stenti e di umiliazioni; visto che molti di loro all'inizio del XX secolo, alle porte di New York, ad Ellis Island, come ci racconta Perec, dove venivano "selezionati" gli immigrati che potevano avere accesso negli U.S.A., vennero respinti e rimpatriati perché non superavano la statura, l'altezza minima per essere accettati negli Stati Uniti d'America; visto che la mia famiglia per generazioni e' emigrata in Spagna e in Messico a cercar fortuna lavorando i metalli e, precedentemente, i miei avi arrivarono nell'Italia meridionale proprio perché perseguitati, probabilmente, proprio per il loro credo religioso, costretti a dover e poter lavorare e forgiare soltanto i metalli; e visto che anch'io come loro sono dovuto andare lontano, via dall'Italia, per non dover accettare condizioni disumane di lavoro, e mi sono ritrovato nelle loro medesime condizioni; visto tutto questo non vi sembra che dovremmo cercare di riflettere di più su argomenti delicatissimi che potrebbero per far veramente male agli altri e a noi stessi prima di sparare sentenze? Vi ricordo solo i tanti incresciosi fatti accaduti in questi ultimi anni: quanti campi Rom sono stati oggetto di vessazioni? Vi ricordate o no dei campi Rom incendiati? Dei bambini Rom morti tra le fiamme? Vogliamo arrivare a questo? Siamo diventati pazzi? Suvvia siamo seri e affrontiamo le questioni dal verso giusto: PLEASE OPEN YOUR MIND!

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