Tanti nomi nuovi da imparare, tante vite da scoprire. Mi piace cercare di capire cosa si nasconde davvero dietro quello che loro mostrano. Non nego di farlo spesso con un po' di imbarazzo e tanta discrezione, e dove trovo un muro, certo, mi fermo. Ma è una sensazione stupenda quando qualcuno che all'inizio era diffidente e silenzioso, ti cerca per raccontarti l'allenamento del pomeriggio prima, cos'ha mangiato a cena o semplicemente alza lo sguardo e ti fa un sorriso.
Poi ci sono le risate, quelle non mancano mai. Parole storpiate, doppi sensi, genuinità.
"Prof, ma quella roba che sta scrivendo alla lavagna bisogna copiarla?" "No, macché, io scrivo per passare il tempo" "Aaaah, ok! Allora nel frattempo posso fare altro". E ci sono anche quei momenti in cui la tua vita entra in classe e tu davvero non vorresti. Oggi si parlava di Halloween e S., alunno che ho già avuto due anni fa, sorridente mi dice: "Prof, si ricorda che due anni fa le caramelle ad Halloween me le ha date sua nonna? Troppo forte, io conosco la nonna della Riccio!". È successo che per dieci, quindici secondi, lunghissimi secondi, il mio cervello è andato in tilt.Prima mi sono ricordata del racconto di S., appena due anni fa.
[Con alcuni amici, travestito da fantasma, aveva fatto il giro del quartiere suonando alle varie porte, anche a quella di Nonna Palmina. Lei ovviamente aveva aperto. Avava fatto finta di spaventarsi, aveva scherzato con loro, aveva riempito i loro sacchetti e, alla domanda di S. incuriosito dal cognome sul campanello, aveva risposto fiera "Si, la professoressa Riccio è mia nipote".]
Poi ho pensato alla Nonna Palmina e alle sue caramelle.
[Lei non era di quelle nonne con le caramelle da signora anziana, al rabarbaro o alla menta. La nonna aveva i cri-cri, gli orsetti, le coca-cola quelle che frizzavano sulla lingua. Quando siamo cresciuti le caramelle sono andate diminuendo e sempre più spesso ci proponeva le Nougatine, i Monregalesi (possibilmente al rum) e i Pocket Coffee. Ecco, al mio alunno undicenne e ai suoi amici Teschio, Urlo di Scream e Zombie la Nonna Palmina ha dato manciate di Pocket Coffee. E "per bilanciare" dei mandarini.]
Poi ho fatto confusione tra nonne e nonni.
[Ho pensato "Meno male che non ha parlato dei nonni, perché i nonni io non li ho più". Una vocina dentro di me ha risposto "Che dici? E il Nonno Ettore dove lo lasci?". Allora ho capito. Sono le nonne, che non ho più.]
Nonna Palmina non c'è più. Tutto in pochi confusi secondi. Poi mi è uscito, senza riuscire a farmarlo, di fronte a un S. veramente (stranamente) dispiaciuto: "S., quest'anno non passare dalla nonna. La nonna non c'è più". E niente, per fortuna è autunno.