Qualche giorno fa mi sono ritagliato
una giornata di ferie e l'ho passata facendo un giretto in moto con
due amici. Abbiamo fatto un giro classico: Muraglione, Crocemori,
Calla.
Rientrando Vinegar (soprannome della
giornata di Matteo) ha proposto di fermarsi in Campigna,
all'agriturismo “Poderone”.
Per raggiungerlo bisogna percorrere una
strada bianca per qualche centinaio di metri, quel tanto che basta
per uscire dal mondo dei brutti e cattivi ed entrare in questo
piccolo paradiso.
Siamo arrivai alle 12,30, di martedì e
non eravamo sicuri di riuscire a mangiare.
Veniamo accolti dalla proprietaria che
ci fa accomodare in un salone molto grande e molto rustico.
Nonostante i 35 gradi esterni le pareti fatte come si faceva una
volta mantengono la temperatura interna molto piacevole.
Le premesse sono ottime: in uno dei
tavoli del salone c'è una signora intenta a fare la sfoglia, prepara
delle tagliatelle che ritroverò in seguito.
Ci sediamo e ci viene servita una
brocca d'acqua e una bottiglia di rosso. Viene affettato del pane e
poi la proprietaria sparisce in cucina. Per primi riemergono dei
tortelli di patate con un filo d'olio e di pepe. Una roba assurda,
molto buoni. No, qualcosa di più che molto buoni. Semplici ma perfetti, non serviva altro. Ho seguito il consiglio di metterci sopra un velo di forma e ho goduto.
Lo stomaco comincia ad apprezzare ed
ecco che dalla cucina esce qualcosa di famigliare, tagliatelle al
ragù. A me non era mai capitato di mangiare tagliatelle viste
preparare un attimo prima. Anzi, mi era capitato da mia nonna.
Comunque, pasta buona e ragù interessante...ci siam fatti lasciare
la pirofila e non abbiam fatto prigionieri...non aggiungerei altro. Come secondo ci viene
portato del roast beef con un po' di insalata. Se proprio devo
rompere i coglioni devo dire che il roast beef lo apprezzo meno cotto
ma anche di questo non è rimasto nulla...neppure il sughetto che sul
pane stava una meraviglia. Cioè, per essere onesto: la carne era buona, tenera, saporita. Forse proprio perchè così buona l'avrei voluta più sul crudo.
Per concludere semifreddo della casa
per il quale ho pensato di uccidere Vinegar, per poter avere anche il
suo. Ah giusto, biscotteria varia.
Insomma, tiriamo due conclusioni.
Il Poderone è un posto dove conviene
sempre fidarsi di quello che ti portano, dove quello che mangi è
buono sia come materia prima di partenza sia come risultato dopo la
lavorazione. Il posto è rustico ma curato, incarna perfettamente lo
spirito dei Motociclisti da Tavola e rimane anche in posizione molto
tattica: appena rientrati dalla Calla, passata la Campigna, sul
finire di un giro un po' tirato. Il luogo perfetto dove fermarsi,
vantarsi con gli amici delle curve, mangiare benissimo (non bene,
benissimo) e poi rientrare satolli ma senza l'ansia di dire “adesso
come faccio a svalicare di nuovo con tutta questa roba nella panza?”.
Insomma: andateci!