Ci sono diverse forme di nostalgia, diversi momenti che permettono di ricordare e diverse forme d’arte che permettono questo salto indietro nel tempo. A volte basta guardare un quadro, rileggere un libro, ascoltare una canzone…
Pittura, letteratura, musica sono arti che evocano ricordi, sorrisi, immagini immagazzinate nella propria memoria che ogni tanto è bello riportare alla luce. Insieme a queste forme d’espressione anche la poesia merita un posto in primo piano e proprio perchè bello riaprire cassetti della mente che quest’oggi all’interno del nostro appuntamento domenicale con la poesia, e grazie al poeta Cristiano Torricella e alla sua Aridateme Roma, facciamo un salto nella nostra Capitale, Roma, cambiata in questi anni ma che negli Anni ’60 aveva un fascino tutto diverso, bello da rivivere e rivedere…
Ricordo film capolavori del cinema con attori grandissimi e indimenticabili, scene di vita quotidiana lenta e non veloce come al giorno d’oggi, poche macchine e tanto rispetto per persone e cose…
Ma sto divagando, vi lascio ora alla bellissima opera di Cristiano Torricella. Sono versi stupendi, da leggere e gustare…
Aridateme Roma
A Roma mia ner 64’ ce so’ nnato,
ma nun lo so’ si’n’domani io ce moro,
de te, Roma, so’ dovuto anna’ llontano,
pe’ sposamme’ e pe’ trova’ llavoro.
Abbitai n’tempo a Campo de’ Fiori,
e a Navona me portava mi nonna regazzino,
e ci ho le foto de quanno bbazzicavo
Sant’Angelo e Farnese n’carozzina.
Che ne sai tu de Roma vecchia, o mio turista,
tu che’ Roma vecchia nun l’hai mai vista,
quanno passava ar Corso na’ macchina sortanto,
quanno l’aria era pura,
quanno er Tevere, d’estate, era n’incanto.
Roma vecchia er mio piede i tuoi vicoli ha carcato,
sotto ogni ttempo, de notte, de ggiorno,
attaccanno n’giro locandine der teatro
t’ho conosciuta e mo’ te conosco a menadito
e d’anniscosto ogni ttanto ce ritorno
Roma bbella tu che sei rimasta ner mio core,
ma comm’e’ che tu mm’hai ggia’ ddimenticato?
se r’nostro amore nun e’ ppiu’ come quer giorno
io de te pero’ nun me so’ mai ppiu’ scordato.
A Roma bella io ce so’ nnato,
ma nun lo so si ce moro.
Ridatemi Roma
(traduzione in lingua italiana a cura di Cristiano Torricella)
A Roma mia nel 64’ ci sono nato,
ma non so s e un domani io ci morirò,
da te, Roma, sono dovuto andare lontano,
per sposarmi e per trovar lavoro.
Abitai un tempo a Campo de’ Fiori,
e a Navona mi portava mia nonna ragazzino,
ed ho le foto di quando frequentavo
Sant’Angelo e Farnese in carrozzina.
Che ne sai tu della Roma vecchia, o mio turista,
tu che Roma vecchia non l’hai mai vista,
quando passava al Corso una macchina soltanto,
quando l’aria era pura,
quando il Tevere, d’estate, era un incanto.
Roma vecchia, il mio piede i tuoi vicoli ha calcato,
sotto ogni tempo, di notte, di giorno,
attaccando in giro locandine del teatro
ti ho conosciuta e ti conosco a menadito
e di nascosto ogni tanto ci ritorno
Roma bella, tu, che sei rimasta nel mio cuore,
ma com’e’ che tu mi hai gia’ dimenticato?
se il nostro amore non è piu’ come quel giorno
io di te, pero’, non mi son mai piu’ scordato.
A Roma bella io ci sono nato,
ma non lo so se ci morirò.
La maggior parte dei suoi testi teatrali ed ogni altra utile informazione sull’autore Cristiano Torricella le trovate qui: Cristiano Torricella