Il 21 marzo è l’inizio della Primavera ma anche, da sedici anni, la Giornata Mondiale della Poesia istituita dall’UNESCO nel 1999.
Scelta felice: in entrambi i casi si evoca rinascita, vigore, freschezza della creazione.
Perché limitarci tuttavia a una sola giornata dedicata alla Poesia? Perché non un’intera settimana o anche un periodo più lungo, per liberarla dalla torre d’avorio in cui un certo snobismo culturale vuole racchiuderla e toglierle quell’alone di letteratura aulica nel quale molti amano avvolgerla?
La Poesia è ovunque, in realtà. Basta osservare, a volte contemplare, in ogni caso non limitarsi a guardare superficialmente ciò e chi ci circonda.
Gli occhi sono il primo strumento per un poeta e non è necessario essere veggenti per andare oltre il manto dell’ apparenza.
Per queste ragioni aderisco con entusiamo all’iniziativa di “Pieni di Poesia” di Nuvole sparse tra le dita finalizzata a fare circolare la poesia come un virus positivo, a contagiarci tra blogger, a diffondere bellezza.
Qui i termini della sua proposta.
Ma è possibile dare una definizione di Poesia?
Da sempre scrittori e artisti si sono posti questa domanda.
Alcuni hanno ritenuto, e ritengono, che la sua essenza risieda nell’ispirazione e che i versi siano il frutto di un processo in un certo qual modo magico. Un’emozione intensa, l’entusiasmo inteso come voce incontenibile proveniente dall’anima sarebbero alla base della creazione poetica.
Altri, invece, hanno identificato, e identificano, il poeta con una sorta di cesellatore della parola, un chirurgo del linguaggio, un chimico che dosa e miscela sapientemente suoni, immagini, ritmi, significati per veicolare meglio pensieri, sentimenti ed emozioni.
E allora, cos’è per me la Poesia?
Cito Matisse a cui qualcuno aveva chiesto quanto tempo gli fosse servito per creare un quadro. “Trenta secondi” aveva risposto, e successivamante, dopo una pausa, “Trenta secondi. Più venticinque anni.” È il tempo di gestazione di un’idea fatto di riflessione, meditazione, anche di proiezioni oniriche, chimere, ideali. Pensava forse a questo il poeta Saint-Pol-Roux quando, prima di chiudersi nella sua stanza a dormire, scriveva sulla porta “Il poeta lavora“.
La Poesia è un’alchimia di immediatezza, intuizione, laboriosa pazienza, lunga attesa. Può essere scritta in pochi minuti, e apparentemente senza fatica, ma essere rimasta lì latente, nell’anima e nella mente dell’artista, a maturare.
La Poesia non è, per me, raffigurazione di uno stato d’animo ma la sua trasfigurazione. E se molto spesso sembra il risultato di una forza invisibile e misteriosa, è perché la grande arte è ciò che ha richiesto molto lavoro dando l’impressione di essere stata creata senza alcuno sforzo.
La poesia di Fernando Pessoa che ho scelto sintetizza poeticamente le mie riflessioni.
E ci sono poeti che sono artisti
E lavorano sui loro versi
Come il carpentiere le tavole !…Che triste non saper fiorire!
Dover porre verso su verso, come chi alza un muroE vedere se va bene, e abbatterlo se non va!…
Quando l’unica casa certa è la Terra tutta
Che varia e va sempre bene ed è sempre la stessa.Penso a questo, non come chi pensa, ma come chi non pensa,
e guardo i fiori e sorrido…
Non so se essi mi comprendono
né se io comprendo loro,
ma so che la verità è in loro e in me
e nella nostra comune divinità
di lasciarci andare e vivere sulla Terra
portati in braccio contenti dalle Stagioni
e lasciando che il vento canti per addormentarci,
diminuendo, e senza sogni nel nostro sonno.
Fernando Pessoa, Il Pastore di greggi, XXXVI (Un’affollata solitudine – Poesie eteronime ed. BUR, Rizzoli Poesia, 2012)
Foto by Primula – Ma Bohème
La citazione che ho scelto tra quelle proposte da Nuvole sparse tra le dita
La poesia non cerca seguaci, cerca amanti
Ringrazio Mariangela per avere lanciato questa bella iniziativa che a mia volta rilancio alle mie blogamiche e ai miei blogamici.
Diffondere poesia può solo fare bene.