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A volte è disperazione. La senti urlare (ti senti urlare) la propria immagine riflessa nei ricordi come occhi negli occhi ormai spenti, chiusi come saracinesche di negozi abbandonati.
Il segreto sta nel dimenticare, nel reprimere, nel sopportare, su pianeti disabitati dove prima c'era vita. Tra mojito al cocco e Bud sgasate ogni cosa è riflesso distorto (di quel che era) che in un modo o nell'altro torna a torturarti.
Con un altro volto e un'altra voce, con altri perché a cui non c'è risposta, sul fondo di un bicchiere, su panchine troppo fredde e letti troppo vuoti.
E il perché me lo chiedo ancora pur sapendo la risposta da investire a fari spenti, nelle luci che trascinano in penombra. Con quel cuore chiuso in un barattolo che fuggendo via ha infranto i vetri e mi ha reso prigioniero di quell'urlo distorto divenuto la mia Alcatraz.
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