Poesia InCanto

Da Clindi

GIOVEDI’ 21 MARZO 2013 – Trottamundo Kafè 

dalle ore 20.00 Aperitivo/Musica/Lettura

Lettura di Poesie organizzata dal Circolo di Poesia dell’Associazione Culturale Argo.

TESTI:
Barbara Bracci
Matteo Fiorucci
Costanza Lindi
Mirko Nasini

VOCI:
Lorenza Di Genova
Riccardo Toccacielo

MUSICA:
Andrea Alessandri

SUGGESTIONI FOTOGRAFICHE:
Matteo Fiorucci
Costanza Lindi
Cristiano Pelagracci

L’iniziativa mira, in occasione del 21 marzo 2013, Giornata mondiale della Poesia, istituita dall’Unesco nel 1999, a favorire l’incontro tra il pubblico e i poeti, tramite la lettura di versi celebri nei quali i poeti stessi si autorappresentano, ma anche tramite le proposte di giovani poeti che ci faranno ascoltare i propri componimenti e ci racconteranno perché si continua a scrivere poesia, oggi. Non solo un reading con intermezzo musicale e suggestioni fotografiche, non solo un dibattito libero, ma un vero e proprio spazio aperto in cui la poesia si racconta, fa autoanalisi, ci parla dei suoi “perché” e dei suoi sogni, di dove è arrivata e dei luoghi che vuole ancora raggiungere. Una festa con tutti gli amici della poesia, per brindare alla sua lunga vita e per fare i nostri auguri ideali alla cara Alda Merini, che proprio il 21 marzo, in cielo, compie gli anni. Una “compresenza”, come l’avrebbe chiamata Capitini, tra poeti viventi e poeti immortali, perché la poesia fa anche questo: unisce, col suo sottile filo rosso, epoche e luoghi, in questo mondo e nell’altro.

Alla serata saranno presenti i poeti: Barbara Bracci, Matteo Fiorucci, Costanza Lindi, Mirko Nasini.

Cos’è la Poesia per Loro?

Il Poeta raccoglie i dolori e sorrisi
e mette assieme tutti i suoi giorni
in una mano tesa per donare,
in una mano che assolve
perché vede il cuore di Dio.
Ma la città è triste
perché nessuno pensa
che i fiori del Poeta
sbocciano per vivere molto a lungo
per le vie anguste della grazia.

Alda Merini

Che qualcuna delle ultime poesie sia convincente, non toglie importanza al fatto che le compongo con sempre maggiore indifferenza e riluttanza. Nemmeno importa molto che la gioia inventiva mi riesca qualche volta oltremodo acuta. Le due cose, messe insieme, si spiegano con l’acquisita disinvoltura metrica, che toglie il gusto di scavare da un materiale informe, e insieme interessi miei di vita pratica che aggiungono un’esaltazione passionale alla meditazione su certune poesie.

Cesare Pavese

Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del maestro, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l’oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l’uno e l’altra.

Giovanni Pascoli

Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.

Fernando Pessoa

Il poeta, quando è rapito dall’ispirazione, intuisce Dio.

Fëdor Dostoevskij

Immagina un po’ cosa ho sognato.

All’apparenza tutto è proprio come da noi.

La terra sotto i piedi, acqua, fuoco, aria,

verticale, orizzontale, triangolo, cerchio,

lato sinistro e destro.

Tempo passabile, paesaggi non male

e parecchie creature dotate di linguaggio.

Però quel linguaggio non è di questa Terra.

 Nelle frasi domina l’incondizionale.

I nomi aderiscono strettamente alle cose.

Nulla da aggiungere, togliere, cambiare e spostare.

 Il tempo è sempre quello dell’orologio.

Passato e futuro hanno un ambito ristretto.

Per i ricordi, il singolo secondo trascorso,

per le previsioni, un altro secondo

che sta appunto cominciando.

 Parole quante è necessario. Mai una di troppo,

e questo vuol dire che non c’è poesia,

né filosofia, e neppure religione.

Là simili trastulli non sono previsti.

 Niente che si possa anche solo pensare

o vedere a occhi chiusi.

 Se si cerca, è ciò che è già lì accanto.

Se si chiede, è ciò per cui c’è una risposta.

 Si stupirebbero molto,

se mai sapessero stupirsi,

che da qualche parte esistono motivi di stupore.

 La parola “inquietudine”, da loro considerata oscena,

non oserebbe comparire nel vocabolario.

 Il mondo si presenta in modo chiaro

anche nell’oscurità profonda.

Si dà a ciascuno per un prezzo accessibile.

Nessuno esige il resto prima di lasciare la cassa.

 Dei sentimenti -la soddisfazione. E nessuna parentesi.

La vita con un punto al piede. E il rombo delle galassie.

 Ammetti che nulla di peggio

può capitare al poeta.

E poi nulla di meglio

che svegliarsi in fretta.

 

Wislawa Szymborska

Giù nel profondo l’antico aggrovigliato

di ogni cosa costruita

radice, occulta scaturigine, da nessuno mai veduta.

 Elmo di guerra e corno di caccia,

sentenza di canuti, uomini contro i fratelli in ira,

e donne come liuti…

 Ramo che contro ramo preme,

in nessuno dove un libero…

Uno! Oh sali… sali!

 Ma ancor s’infrangono.

questo lassù, questo soltanto

si curva nella forma della lira.

 

Rainer Maria Rilke

Amai trite parole che non uno

osava. M’incantò la rima fiore

amore,

la più antica difficile del mondo.

Amai la verità che giace al fondo,

quasi un sogno obliato, che il dolore

riscopre amica. Con paura il cuore

le si accosta, che più non l’abbandona.

Amo te che mi ascolti e la mia buona

carta lasciata al fine del mio gioco.

Umberto Saba

Son forse un poeta? 
No, certo. 
Non scrive che una parola, ben strana, 
la penna dell’anima mia: 
“follia”. 
Son dunque un pittore? 
Neanche. 
Non ha che un colore 
la tavolozza dell’anima mia: 
“malinconia”. 
Un musico, allora? 
Nemmeno. 
Non c’è che una nota 
nella tastiera dell’anima mia: 
“nostalgia”. 
Son dunque… che cosa? 
Io metto una lente 
davanti al mio cuore 
per farlo vedere alla gente. 
 Chi sono? 
Il saltimbanco dell’anima mia

Aldo Palazzeschi

Vi arriva il poeta
E poi torna alla luce con i suoi canti
E li disperde

Di questa poesia
Mi resta
Quel nulla
Di inesauribile segreto.

Giuseppe Ungaretti


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