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C'è sempre qualcosa di cui pentirsi.
Pentirsi del tempo e dei ricordi
come fossero polvere di una clessidra
o del seme sprecato senza coltivare niente
o di non aver, aver voluto, non aver potuto.
Io vivo di rimpianti
e tu dell'inutilità di giorni inutili,
noi, nell'incapacità di agire
quando sarebbe stato meglio non parlare.
Soffrire, sognare, morire
e poi ritrovarsi punto e a capo
come non avessimo mai iniziato.
La verità è che le parole se ne sbattono,
che si può mentire senza dire niente
perché anche il silenzio ha la sua grammatica
e le sue regole che nessuno conosce.
Resteranno le sconfitte e i fallimenti,
l'ombra dell'attimo perduto nell'ora più buia
aspettando che le lancette
facciano un altro giro.
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