Il vento accarezza
la mia pelle
con mano materna
e scompiglia
i miei capelli
aprendo i pesanti battenti
che serrano la grotta dei miei ricordi.
Io non oso entrare
anche se un insolito chiarore mi attrae
e mi lascia intravedere
frutti succosi
di giovinezze trascorse
e pene…
pene che non oso ricordare.
Mano materna accarezza i miei pensieri:
il vento.
Mi abbandono
a quella tenerezza sconosciuta
mentre sulle mie labbra
trema ancora una canzone
d’amore ribelle.
Se morissi all’improvviso
continuerei a cantare.
di Maria Rita Curcio All rights reserved