Vasta la luce si apre sul cielo
vìola le ferite del mare
lo incipria e lo definisce
un tramonto viola poi si dipana sopra di me
accorciando la distanza fra le altre stelle e il sole
e le distese di sale marino poggiate sul volto della laguna
appaiono ricordare tempi lontani,
canta una donna senza sandali e con la veste lunga
è un’ombra di musica sulle mie palpebre
e mi annoda il cuore
lo stare poggiato sul mondo
che oggi fretta non ha.
di Pietro Maria Sabella All rights reserved