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Quanta strada brulla all’orizzonte?Tanti occhi verso l’infinito Realtà non previste Vite distrutte, spezzate a metà Certezze dissolte Come neve sotto raggi di sole Non frutto di scelte Solo mani balorde, Al grido del popolo sordeVestiti blu macchiati di vanità Nascondono la nuda incapacitàBuio nero e cupo, cupo e nero Bella la vita quando sorrideva E su quei manufatti risplendeva La fabbrica, il cantiere, l’ufficio, la bottega La terra con l’aranceto La casa, l’auto, il vestito, Lo smalto rosa tra le dita Frutti onesti del proprio sudore Che soddisfazione!Era ieri, solo ieri Che si amava quel sogno reale Nella quiete del germoglio serale L’orizzonte si stende sull’infinito Non lasciamo vittoria alla tempesta Pioggia e sole s’alternano Lasciamo che entrino dalla finestra Insieme incolliamo quei cocci Chiudiamo alle lacrime la porta La forza controvento Decora il coraggio Non sarà per sempre notte Il cantiere si rianima La fabbrica suona la sirena a festa L’ufficio profuma di viole La bottega di musica s’allegraE nelle verdi terre sovrasta la primaveraSoffusi s'intravedono i raggi del sole (I maggio 2013)
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Senza ritorno
Si riempie la Terra Del sale nemico, rosso palloreE s’impregna di freddo calore Quando accoglie quel sangue d’onore E il fumo nero sale Oscura la luce azzurra del cieloIl cantiere s’adombra Di silenzio agghiacciante Una nenia funesta s’alza esitante La sirena avverte del lutto Le polveri della calce s’arrestano Sui mattoni sparsi, silenzioseE le lamiere taglienti assorbono lacrime Il grigio avvolge l’ultima goccia d'ariaIl tempo fermo sul lenzuolo Ondeggia la pezza bianca sul corpo inerme Riposano per sempre le membra sfinite Ancora sporche di duro lavoro Il cielo terso assiste Al muto dolore ossidato Rotto da un urlo d’amore Il nulla appare d’improvviso Occupa lo spazio ristretto E luci d’addio ricoprono la polvere
Non ci sarà più ritornoDi pane si muore !
( 29 marzo2013)
Oggi il mio pensiero va soprattutto verso chi ha perso il lavoro e verso chi è precario e sull'orlo del fallimento. FORZA, non ARRENDIAMOCI.
Le mie emozioni vanno soprattutto verso coloro che sono morti sul lavoro e alle loro famiglie distrutte. OVUNQUE siate che LA TERRA VI SIA LIEVE!