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Mi nutro di stanchezza,
la mia energia vitale
dorme nelle vene:
i batteri dell'apatia,
le larve dei farò.
La mia infezione è il passato
che non posso cancellare.
Dipende sempre dalle prospettive,
il piacere diventa dolore,
la felicità buchi neri,
i suoi occhi isole
in cui risiedono i giganti:
mostri troppo alti
con la bocca a forma di O.
Dipende dal tempo
che ti cura e
che ti incula,
spietato quando è dolce
così perso, in bottiglie di Peroni
vuoto a rendere non reso.
Dipende dal caldo
e dal suo odore
attaccato alle lenzuola,
dalla puzza di passato
e deodorante da due soldi.
Dipende
dal fatto che
dimenticare fa paura
perché i ricordi sono
l'alcol per anima
ubriaca e nevrotica
ai bordi di altre strade
di periferia.
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