poi quello che si è fatto mettere il cellophan attorno alle valigie per non rovinarle,poi quello con la chitarra, o il surf,
poi un sacco di gente che non si nota,
poi quello che aveva un pezzo di carta igienica attaccata alla scarpa e non se ne è accorto,
poi quello che non aveva voglia di arrivare,
poi quelli che dicono che Boston è una città europea,
poi quella che ha la nonna che l'aspetta,
poi quella che l'ha tradito quando era via, e adesso arriva con il suo bel bagaglio di sensi di colpa,
poi quello che è stato via poco e all'andata ha lasciato la macchina al parcheggio dell'aeroporto,
poi quello che lascia la mancia, ma poca perché è il suo mestiere e se avesse studiato di più non sarebbe lì, al tipo (minoranza) che gli porta i bagagli, anche se è solo una ventiquattr'ore,
poi quello che è la terza volta questo mese che mi faccio avanti indietro,
poi quella che dice che adesso stanno esagerando con i controlli,
quello che non ci può credere che l'aereo non si sia schiantato,
poi quelli che l’hanno fatta franca e sono riusciti a portare un prosciutto,poi quella con il cane disgraziato,poi quelli che si sono conosciuti in aereo e si stanno scambiando i numeri di telefono,poi quelli con i sacchetti del duty free con dentro le stecche di sigarette,poi quello che non ci può ancora credere di essere arrivato, e si guarda in giro tra lo stremato e l'euforico,poi quello che ha perso la coincidenza.E poi,finalmente, quando cominciavo a pensare di averle perse o di essermi immaginata tutto, o di aver sbagliato giorno,sono uscite le mie sorelle. E dopo i baci e gli abbracci, siamo andate fuori a fumare
poi in macchina. Serena davanti che sennò vomita.