Pioggia dall’alto.
Vetro
ai lati del cammino.
Venature di foglia
senza pensieri.
Sangue pompato
spruzzato
nelle cavità sorde
di silenzi diletti.
Le parole
non saziano mai.
Favole malate
offerte
alla luna di maggio.
Canti frastornati
in un gelido invito.
Orrore e baci
sulle guance dei giorni.
Generazioni di pupe
che riciclano i sogni.
Muta lo sguardo
invecchiato
da sensi mal riposti.
Il sollevarsi
delle stagioni
muta il ritmo
dell’illusione.
Domani
senza vestiti
sarà diverso.
Il bisogno
carezza
la schiavitù
Addio alle cose.
Addio.
di Diego Mongardini, II classificato, Sez. Poesie; All rights reserved
Nota biografica dell’autore
Diego Mongardini nasce a Civitanova Marche (MC) il 3 febbraio 1986. Vive l’infanzia e
l’adolescenza a Porto San Giorgio, in provincia di Fermo.
Si diploma al liceo classico ‘Annibal Caro’ di Fermo nel 2005. Frequenta la facoltà di Lettere e Filosofia a Siena, dove si laurea nel 2008 con una tesi sugli influssi orientali nel pensiero di Plotino. Continua gli studi filosofici a ‘La Sapienza’ a Roma. Diventa dottore magistrale in filosofie della conoscenza nel 2011, con una tesi sulla manipolazione delle informazioni da parte di media e politica. Scrive poesie e racconti dall’età di
sette anni. S’interessa anche di teatro, canto e cinema.