Il nemico
di Nerina Ardizzoni
Rotola in terra il cuore,
fra segmenti di foglie e rami secchi;
i fragili occhi,
che ogni giorno han fatto fronte alla vita,
che ogni giorno han cercato il pane,
sono spenti.
Non eri tu il nemico,
non ero io la cattiva sorte.
Troppo breve la vita,
antichi rancori a dividerci,
come scudi fra di noi.
Ora, domande senza risposta
e il rimpianto
di non aver fatto il primo passo.
(Nerina Ardizzoni)
(c) Elbow ToePadre
di Patrizia Mortati
Si è ibernato il tempo
nell’istante prima
in cui il respiro ti abbandonasse,
gli occhiali poggiati distrattamente
su una rivista aperta a pagina 56
che non avresti mai finito,
ma tu non lo sapevi,
la spazzola coi tuoi capelli
rimasti ancorati alle setole,
brillanti e candidi,
improvvisa ti ha sorpreso
la morte. A lei non importava
delle cose che ancora avevi diritto di vivere,
di quello che volevi vedere
dire, aggiustare, bere, assaporare,
dell’aria che volevi respirare…
Il tuo ricordo inizia a sbiadire,
come la foto al cimitero,
ha i contorni sfumati
ma i segni del tuo passaggio nel mondo
sono ancora qui, camminano
e ti cercano nei sogni…
(c) Patrizia Mortari
(da” Un cielo di poesia” 2014)
A mio padre
di Paola Surano
Oh vorrei che mi prendessi per mano
– vorrei ce mi prendessi ancora per mano –
come quando bambina, mi portavi sui sentieri
di montagna, con il tuo passo cadenzato
di montanaro che lento scandiva il tempo
del nostro andare.
Oh vorrei ascoltare il silenzio
– vorrei ancora ascoltare il silenzio –
che ci avvolgeva compatto, assoluto
eppur così fitto di suoni, parole e pensieri:
per dire guarda, la luce del sole fra i rami
senti il profumo del vento
ascolta: il fischio lontano della marmotta
attenta! Un sasso, un buco un ruscello da
guardare
ma tranquilla, non tempere ci sono io, qui, ad
aiutare.
Oh vorrei guardare le stelle
– vorrei guardare ancora le stelle –
in piedi con te sulla porta del bivacco
raggiunto come premio alla fatica
e ascoltare alla fine la tua voce
che mormorava, mentre stringeva la mia mano,
“Sia lodato il creato
e lodato il suo Creatore”
(di Paola Surano)
(c) Richard AldrichA mio padre
di Maria Grazia Dall’Aglio
Dall’ombra dei ricordi,
affiorano reminiscenze del passato
e il volto amato di mio padre
e il caldo sentimento che ci univa,
quando bambina
attingevo al suo sapere,
e scrivevo le prime note
sul pentagramma della vita.
Le sue scelte erano anche le mie,
facevo miei i valori in cui credeva,
perché tanta era la stima
per una persona buona,
che, dotata di tanto ingegno,
sapeva fare della semplicità virtù.
Tanto tempo è passato
da quando te ne sei andato,
in quei caldi giorni di luglio,
che, inconsapevoli, sottolineavano
il periodo più grigio della mia
allora giovane vita.
Tanto tempo è passato
da quando eri con me,
ma ciò che tu mi hai donato
con presenza costante,
sollecite attenzioni
ed affetto profondo
è ancora ed ancora con me
5 gennaio 1995
(di Maria Grazia Dall’Aglio)