Stringi solo per me le infinite glorie degli allori
prima che i canti dei furibondi inondino i terremoti
e nei miei occhi i venti tra i rami e i binari
diventino fiocchi, nodi negli origami.
Risvegliami ai soli rossi del Giappone
dove danze di Namazu precedono la distruzione.
Tuffami in laghi ove sarò sepolto dal cielo in sciami di gocce
prima che l’ultimo amore mi faccia visita sotto le rocce.
Ruba per me tutti i tesori di Nibiru,
l’ultimo respiro, tu hai il fiato della galassia!
Sazia l’ultimo bacio o lascito di conoscenza
prima della mia partenza – placenta umida nel candido.