Ho scomposto il mondo
in dieci estasi.
Per dividermi, scindermi
e rigenerarmi.
L’ultimo istante d’unità
fu omogenea rassegnazione -
battito d’abbracci
e svuotamento, poi,
un’apoteosi d’equilibrio.
Mai riuscii a calzare
col mondo per intero,
non essendolo d’altronde io
mai stato -
e puzzle
che si fingono quadri
diventano macerie
insieme ai musei.
Dunque,
dovetti farmi forza
e racchiudere lo stupore in granuli -
anima mundi -
per ammirarlo con sincerità.
Sempre vidi
egoismo, solitudine, narcisismo
in uno spirito condensato.
Dunque,
l’ho scisso.
O forse,
aspirando all’unità,
rimanendo diviso,
aspirando ancora,
rifrangendomi,
mi spezzavo nell’invidia.
Così,
per invidia del mondo,
ho scomposto il mondo
in dieci estasi.