Umida l’aria perfora le tende scomposte
il mare invade il mio letto, per metà in calore.
Sale marino su occhi salmastri.
Il basilico sopravvive al gelo,
il garofano ha fatto il suo tempo,
accanto ai crisantemi giace ormai spoglio.
Era il tuo preferito, dopo le rose.
Avvolto in polveri, rammento il tempo
di dolci estati, trascorse su arse campagne
tra arie madide di sudore.
E venne l’inverno, sopra la tua terra,
e sebben mi senta Salentino,
l’aroma della Trinacria mi è più caro.
Orde di fantasmi, come in fuga,
lasciano impronte di sangue sul tuo passato.
Vai… con le ali di chi non sa volare,
piccolo fiore, destinato ad appassire.