Giovani vagabondi
viaggiavano contro il nulla,
masticavano foglie intrise di cianuro.
Sguardi contaminati
di catrame,
mascelle d’acciaio
corroso dalla pioggia.
Ma splendidi pensieri,
distesi su spiagge
d’avorio
invadevano i loro crani,
il rimorso
s’impossessava di loro.
Allora il rimpianto
raggelò le lacrime.
Il ricordo
di quelle notti infami e raccapriccianti
li inebriò.
Dimenticarono
la futilità del sole
ed, ebbri d’odio,
fuggirono
verso cieli d’asfalto,
per deliziare
le loro orrende labbra
con i baci
della morte.