Filippo Schifano
Nella quieta e caotica piazza,
sotto vette di colli gelati,
con le ali incatenate sul corpo
t’ho osservata, in suo grembo,
sparire.
La mia terra dal sole copioso
non dorme su piogge ghiacciate
ed i fiocchi taciturni dell’inverno
non giungono al suolo rovente.
Era vivo il richiamo di zagare
nelle messi già pronte,
già piene,
addolcite dalla vitrea Selene,
le mani tue le han mai sfiorate?
Ridi ancora con denti dorati
in quel greto cosparso di morte,
è la sorte del tuo martirio
ricucire le foglie appassite.