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Non chiamarmi fratello
Ho visto la tua schiena piegarsi
sotto il fiore della mia civiltà,
le tue labbra riarse implorare stille
al cielo del progresso.
Ho visto il tuo corpo corroso dall'attesa,
le tue membra spezzate da promesse,
il tuo sangue irrigare il mio giardino.
Sebbene a basso tono, ho sentito
l'infame ninna-nanna dei cannoni.
Ho avvertito il gemito soffocato
che veniva dai flutti;
ho scorto le ferite
sotto l'abito nuovo, alla tivù.
So tutto e l'ho ignorato,
snobbando chi ti ha teso la mano.
E nascosto dietro l'alibi dell'ideologia,
e di una missione fatta di carta straccia,
ti ho eliminato con un colpo di…
telecomando.
Perciò dinanzi a te mi accuso.
Per tutto questo non chiamarmi fratello.