Offriamo ai lettori di Critica Impura un estratto della Prefazione scritta da Sonia Caporossi per l’antologia Poeti della Lontananza, edita da Marco Saya Edizioni ed uscita da poco nei bookstore.
L’antologia raccoglie le voci di sette poeti italiani ultracontemporanei che scrivono all’estero: Omar Ghiani, Domenico Ingenito, Francesco Terzago, Antonio Bux, Ianus Pravo, Michele Porsia, Alessandro De Francesco.
Buona lettura.
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Sono sette, numero sacro. Sette versificatori diversissimi per tenore compositivo, stile, forma e contenuti, eppure sette voci ultracontemporanee che emergono dal panorama letterario italiano come vessilli di possibilità espressive legate dal medesimo filo conduttore: il vivere o l’aver vissuto, per lungo tempo, per un po’ o per sempre, in un paese diverso da quello d’origine e avere fatto di questa lontananza una condizione esistenziale direnta e fatta salva dalla propria volontà artistica e dalla propria produzione poetica. L’avere assunto la nostalgia delle cose lontane a modus sentiendi, la vis passionale come forma di aisthesis e di sensuale salvezza, la riflessione e la partecipazione al mondo globalizzato, nonché l’attenzione alle culture e alle letterature di altri tempi e paesi come ideale cosmopolita e la meditazione sull’amore, sulla societas umana, sulla vita e sulla morte come chiave del cor di Federigo è ciò che li accomuna e li definisce in quanto poeti…
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