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PoEtica, il giorno della memoria con chi …

Creato il 09 gennaio 2012 da Vivianascarinci

La libreria Libra & Associazione PoEtica

presentano

EXCURSUS

omaggio alla

GIORNATA DELLA MEMORIA

Rignano Flaminio, Villa Samadhi

sabato 28 gennaio dalle 18.30

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Corrado Videtta e Edo Notarlorberti

degli ARGINE in concerto

il concerto dello storico gruppo partenopeo sarà preceduto dalla proiezione di filmati

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Sonya Orfalian

con il suo libro “La cucina d’Armenia”

Pier Luigi Zanata

Socio fondatore Associazione Italia – Israele

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dibattito sulla

Memoria come riflessione indispensabile alla base a ogni (ri)costruzione futura

moderatore Daniele Macheda Rainews

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CENA MULTIETNICA

È previsto un contributo associativo

prenotazione allo 06-9071120

La Libreria Libra 347 7618417 [email protected]

Associazione PoEtica 333 2045759 [email protected]

“La classicità rappresenta parte della nostra memoria culturale. Viviamo in un’epoca in cui gli insegnamenti del mondo classico sono assolutamente attuali, ma secondo me, non sono gli unici valori culturali a cui ci si possa o debba riferire oggi. Gli echi del Mondo Classico sono ancora ben udibili nella cultura occidentale il che è sicuramente un bene soprattutto nelle arti. Noi però ci siamo spesso riferiti al passato per dare la sensazione del tempo che corre. Il concetto del tempo che trasforma tutto e tutti è un tema molto ricorrente nei brani degli ARGINE”. Corrado Videtta, ARGINE

Perché Libra PoEtica rende omaggio alla memoria insieme alla comunità ebraica

Il sistema prescelto per”ripulire” la Germania dagli ebrei fu, nella prima fase, costringerliad emigrare. Rendendo loro intollerabili le condizioni di vita attraverso unalegislazione sempre più oppressiva, si cercava di spingerli verso un esodo definitivoall’estero. Il bilancio di questa fase, che va dal 1933 al 1939, non ebbe moltosuccesso. Nel 1940 vi erano 520.000ebrei tedeschi, ma occorreva sbarazzarsi anche degli ebrei polacchi cheassommavano a 2.000.000 di persone. L’invasione del Belgio, dell’Olanda, dellaFrancia, della Danimarca e Norvegia fece aumentare il numero degli ebrei cadutinelle mani del nazismo. L’obiettivo prioritario, rendere judenfrei laGermania si allargò a dismisura: si trattava ora di rendere judenfreil’intera Europa. Il 22 giugno 1941 la Germania invadeva l’Unione Sovietica. Neiterritori che con estrema velocità le armate tedesche stavano occupandovivevano 4.000.000 di ebrei.

La soluzione di sterminare sulposto gli ebrei rappresentò un “salto di qualità” nel progetto dieliminare il giudaismo europeo. Ma non si potevano assassinare in massa gliebrei olandesi, francesi, greci alla luce del sole. Occorreva studiare un altrometodo. Si fece strada la “soluzione finale”, cioe’ l’annientamentofisico degli ebrei in campi di concentramento predisposti a Oriente. Lateorizzazione di questa soluzione finale venne affidata ad Himmler e ad Heydrich.Lo spartiacque storico venne marcato dalla cosiddetta Conferenza del Wannsee,una riunione nella quale si iniziarono a coordinare tutti gli enti interessatial buon esito della soluzione finale. All’inizio del 1942 la “soluzionefinale del problema ebraico” era stata varata.

La più ampia definizione che include i Rom e Sinti, disabili e malati di mente, gli oppositori o dissidenti politici e religiosi, i prigionieri di guerra e i civili sovietici, gli omosessuali, i Polacchi e gli Slavi porta il totale di morti addirittura a 17 milioni.

Fonte: www.olokaustos.org

Perché Libra PoEtica rende omaggio alla memoria insieme alla comunità armena

L’espressione Genocidio armeno, talvolta Olocausto degli Armeni si riferisce a due eventi distinti ma legati fra loro: il primo è relativo alla campagna contro gli armeni condotta dal sultano ottomano Abdul-Hamid II negli anni 1894-1896; il secondo è collegato alla deportazione ed eliminazione di armeni negli anni 1915-1916. Il termine genocidio è associato soprattutto al secondo episodio, che viene commemorato dagli Armeni il 24 aprile. Il 24 aprile 2010 è stato commemorato il 95º Anniversario del Genocidio Armeno. Nello stesso periodo storico l’Impero Ottomano aveva condotto (o almeno tollerato) attacchi simili contro altre etnie (come gli assiri e i greci), e per questo alcuni studiosi credono che ci fosse un progetto di sterminio. Sul piano internazionale, ventuno stati hanno già ufficialmente riconosciuto un genocidio negli eventi descritti. Il nome di Vahan Kuyumgian forse a molti non dirà nulla; eppure quest’uomo è stato uno dei più grandi benemeriti della cultura armena, avendo salvato da sicura ed irreparabile perdita quell’ inestimabile patrimonio che è costituito dalla poesia popolare di Akn.

Akn, attualmente Kemalye in Turchia, è una cittadina dell’Armenia Minore sulla riva destra dell’Eufrate. Luogo d’una grande bellezza naturale, ricca di corsi d’acqua, di vegetazione e di splendidi panorami, questa città ed i suoi dintorni venivano decantati come sito ideale per l’ispirazione di poeti. Non per nulla è di questa regione la più ricca e significativa produzione di poesia popolare armena. Dopo aver trascritto, e quindi salvato, centinaia di brani di poesia popolare, un altro avvenimento mise in pericolo quanto era stato raccolto: il genocidio.

Nel 1915 Vahan Kuyumgian si trovava ad Adapazar, nei pressi di Nicomedia (attuale Izmit, in prossimità del mar di Marmara) e, in quanto deportato al pari degli altri armeni, fu costretto in poche ore a vendere –o meglio, svendere- tutto ciò che aveva per unirsi alla carovana dei deportati. Lasciò lì anche tutta la sua biblioteca e prese con sé soltanto il blocco di fogli sui quali aveva trascritto i canti popolari di Akn. Avvolse il tutto in una coperta e si mise in marcia con il chiaro proposito di salvare ad ogni costo quelle carte e di non separarsi da esse se non in caso di morte. Con grossi sacrifici riuscì a trovare un temporaneo alloggio in un albergo di Konya e lì, preoccupato per un’eventuale perdita della raccolta di canti popolari, decise di farne una copia. Cosa che fece sua moglie, passando delle notti insonni, intenta a ricopiare alla luce di una fioca lampada. Per sua fortuna Vahan Kuyumgian riuscì a fuggire e ad unirsi, come interprete, ad un reparto militare tedesco che operava sulle montagne del Tauro.


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