... E poi vorrei essere quella leggiadria che sentivi nel cuore quando mi ascoltavi.
eri giovane dentro, il tuo entusiasmo illuminava le tue pareti.
Era uno xilofono che batteva i suoi tasti dentro te,
ad ogni battito ti destavi, il tuo sguardo si rifletteva nel futuro.
Ogni nota che ti pervadeva rimaneva impressa,
si accartocciava silente nel tuo DNA
per ripresentarsi col tempo,
come nuova cellula.
Diversa, ma sempre uguale.
Sarei quella musica che dovresti ascoltare ogni giorno,
come una necessità impellente di anima.
che se anche è lontana nel tempo, dopo qualche sussulto ritorna.
Come il lenzuolo su cui solevi sdraiarti, come onda perderà le pieghe dell'inqietudine e tornerà ancora pulito.
Ma quelle pieghe, come graffi su quel disco usurato, lo renderanno unico.