Qualche settimana fa. Succede, non molto lontano da dove scrivo, che una ragazza di venti anni venga trovata vicino a una discoteca dallo stesso proprietario. La giovane è seminuda, distesa sulla neve (perché è nevicato pochi giorni prima) e sanguina. Ha varie ferite. Vicino a lei c'è un ragazzo che si sta abbottonando i pantaloni. Udite udite è un militare. La prima cosa che dice ai carabinieri è "abbiamo avuto un rapporto... era consenziente". I medici dell'ospedale dell' Aquila sono costretti ad applicare dei punti anche sulla vagina. Il corpo della ragazza è pieno di segni di violenza perpetrata anche con un oggetto. Le indagini portano ad altri due militari e una loro amica. Quelli della sicurezzapericittadini proprio loro finiscono sotto l'occhio del ciclone. L'avvocato di quello messo peggio dice "il giovane ha visto il sangue e si è impressionato, chiamando i suoi due amici per aiutarlo". La ragazza ha una grande forza e chiede a sua madre di portarle i libri in ospedale: deve preparare un'esame. Agli inquirenti dice "ho capito che volevano uccidermi". Gli esami dei RIS mettono in evidenza che il sangue trovato sulla camicia del giovane è compatibile con quello della ragazza. I medici che l'hanno operata dicono di non aver mai visto ferite di quel tipo.
Da due giorni i tre militari tornano in servizio presso il 33esimo reggimento Acqui, lo stesso che si occupa dell'operazione Strade Sicure: cioè sono quelli che da tre anni decidono chi entra nel centro storico dell'Aquila. Loro fanno da garanti della sicurezza. E a noi ci ripetono di attendere che la giustizia faccia il suo corso...
... And justice for all - Metallica