L’ecosistema dell’informazione vede la partecipazione volontaria di migliaia di persone che in tutto il mondo con i loro blog e attraverso i diversi social network sono sempre più soggetti attivi nella cura e diffusione di notizie. Un nuovo giornalismo i cui contorni e le relative implicazioni dopo essere state egregiamente descritte da Luca De Biase, sono testimoniate dall’ottimo lavoro svolto da Luca Alagna e Claudia Vago che con il supporto di diverse persone hanno dato vita a «Year in Hashtag».
Modelli e dinamiche che se certamente costituiscono elemento di arricchimento evidenziano la necessità di determinarne le caratteristiche e di disciplinarne l’utilizzo affinchè non divenga “la creazione di un valore che trae linfa dalla cooperazione sociale, ma che viene distribuito tramite processi di espropriazione sociale”, come avverte Andrea Fumagalli.
Ad una condivisione delle revenues, dei ricavi, che la produzione di informazione in tutte le sue diverse forme e modalità genera, si vanno affiancando pointification e badgification come elementi di sostegno alla partecipazione attiva dei citizen journalist.
E’ il caso di Citizenside che utilizza i meccanismi tipici del gioco come elemento di riscontro, di feedback sulla qualità del lavoro svolto dalle persone, di Digital Journal che ne ha introdotto meno di un mese fa le logiche puntando maggiormente sull’aspetto “social” e di diffusione promozionale, ed anche di TapIn Bay Area che ha realizzato un’applicazione ad hoc.
Modello che si va sempre più diffondendo ed allargando ad altre piattfarmo che si basano sul giornalismo collaborativo quali NowPublic e, a breve, Examiner.
Esempi che potrebbero essere applicati anche a supporto della definizione delle caratteristiche in via di definizione di un codice di autodisciplina tutto italiano in quest’ambito.