Magazine Diario personale

Poirot e la salma

Creato il 11 gennaio 2013 da Povna @povna

Torna il venerdì del libro, finalmente. Oppure (in maniera simmetrica) la ‘povna ritorna al venerdì del libro. Ritornare a leggere in maniera cadenzata e costante rientra infatti tra i buoni propositi della ‘povna per il 2013, visto che l’anno scorso non si è concluso male (anzi: 62 libri per un totale di 19336 pagine di soli libri di diletto, senza contare quelli macinati per lavoro e studio), ma l’ha lasciata comunque insoddisfatta. Troppi alti e bassi (e mesi interi senza leggere), troppa poca armonia, troppi buoni propositi che sono restati, ahimé, lettera morta.
Adesso si ricomincia, e la ‘povna pretende – da se stessa, per se stessa – un’altra cura.
E, per buon augurio, decide di battezzare gennaio con un vecchio romanzo poliziesco di Dame Agatha, che la ‘povna ha letto (e poi riletto, tante volte) nel 1984. E che le resta comunque, anche adesso, un po’ nel cuore.

L’intreccio propriamente poliziesco, a ben valutare, si lascia sciogliere a un’attenta lettura del quadro complessivo delle relazioni in campo. Ma Poirot e la salma colpisce, innanzi tutto, per la capacità di costruzione di una delle più belle carrellate di personaggi a tutto tondo, ciascuno sbozzato nei più lievi dettagli, come una miniatura.
Sicuramente uno dei romanzi in cui la Christie mette un po’, e anche più di un po’, di se stessa, regalando al lettore il ritratto solo apparentemente noncurante di una serie di possibili, indimenticabili alter ego. Su tutti, spiccano i volti di Lucy Angkatell e di Henrietta Savernake, soprattutto: capaci di affascinare con la capricciosa volontà dei loro (diversissimi) caratteri. E il gusto non è solo (o non tanto) quella della sfida al grande Hercules Poirot (peraltro in grande spolvero), quanto quello di ammirare la potenza della famiglia inglese allargata e di compagna, la gentry, in tutta la sua potenza, attraverso il nodo delle generazioni.
Inizio e conclusione speculari. Fatti ad arte.


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