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PokerStars – Full Tilt Poker: next stop Nevada

Da Poli @PoliPoker_

pokerstars full tilt poker online nevadaDopo la conclusione del deal tra Pokerstars e DoJ per l’acquisto degli assets di Full Tilt Poker, il piano di Stars entra nella fase più difficile, il ritorno nel mercato del poker online americano.

L’investimento di ben 731 milioni di dollari per il rimborso dei giocatori US e non US con fondi congelati negli account di FTP ha come contropartita la decadenza dei capi di accusa civili nei confronti delle poker rooms (PokerStars e Full Tilt Poker), mentre rimangono le azioni penali nei confronti dei soci fondatori che sono stati rinviati a giudizio.

Insomma, l’accordo con il Dipartimento di Giustizia dà la possibilità ad entrambe le poker rooms di chiedere in futuro la licenza necessaria per operare nel mercato real money americano qualora venga regolamentato.

Nonostante questo PokerStars dovrà vincere la resistenza di non pochi rappresentanti politici che non vedono di buon occhio una società che ha continuato a operare per anni nel mercato statunitense in aperto contrasto con la Unlawful Internet Gambling Enforcement Act of 2006 che costrinse molti competitors a lasciare gli US.

 

Nevada è senza dubbio la porta d’ingresso al mercato US alla quale Stars busserà. Lo stato americano ha lunga tradizione nel gambling ed è l’unico ad aver già approvato il disegno di legge per la regolamentazione del poker online intra-state.  Diversi operatori internazionali hanno richiesto la licenza per operare nel mercato e molti credono che la prima mano di real money potrà essere dealt prima del 2013.

 

Può PokerStars realmente sperare di entrare negli USA?

Considerando l’accordo chiuso con il DoJ credo non ci siano dubbi. Il deal tra la poker room e il Dipartimento di Giustizia americano ha mostrato ancora una volta come la giustizia di piega all’interesse economico (vestito da interesse comune e tutela dei consumatori cosiderando il numero dei players coinvolti).

Con l’acquisto di FTP, PokerStars ha accresciuto enormemente il suo database di real money players, che alcuni stimano rappresenti ora il 50% del mercato globale del poker online. Un bacino di utenza di queste dimensioni significa tasse milionarie per lo Stato che accoglierà la sede legale di PokerStars ed immagino il dibattito politico relativo alla licenza da rilasciare a Stars sarà molto breve.

Prima del Black Friday PokerStars aveva cominciato la sua attività di lobby per esercitare pressioni sul Nevada al fine di ottenere l’approvazione del disegno di legge sul poker online. In una prima versione del testo si legge che PokerStars era addirittura pronta a pagare il 4% del rake prodotto nei mercati del resto del mondo.

Isai Scheinberg, fondatore di PokerStars, era anche in trattativa per concludere una joint venture strategica con Wynn Resorts, trattativa interrotta dopo che lo stesso Scheinberg fù accusato di riciclaggio di denaro, frode bancaria e gioco d’azzardo illegale.

 

Mark Liparelli, Presidente del Gaming Control Board del Nevada ha riferito di non voler commentare sui singoli applicanti e che perfezione non può essere richiesta a nessuno ma ha concluso affermando che le valutazioni verranno fatte caso per caso ma che molte società che chiederanno la licenza non avranno i requisti indispensabili per ottenerla .

Rimane da vedere se PokerStars deciderà di fare richiesta di licenza (assolutamente probabile) e chi sarà il partner commerciale della joint venture.

Al resto penserà il buon senso…..

 


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