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Polemica

Creato il 15 marzo 2011 da Ironfrankie
Saro' cattivo, diretto e per nulla simpatico.
Argomento 1), la festa per i 150 anni dell'Unita' d'Italia. Al di la' del fatto di essere di qua o di la' (politicamente parlando) proprio non capisco le sterili polemiche (dalla Lega alla Marcegaglia ai tirolesi del Sud) su questa festa nazionale. Che siamo uno stato e' un dato di fatto. Lo siamo da 150 anni, e nonostante i tentativi di indipendenza di alcune regioni (che potevamo pure assecondare), non vedo perche' non festeggiare questa ricorrenza con gioia. Macche', dai cretini che non la festeggiano, a quelli che non vogliono sentire l'inno, a quelli che "un giorno di lavoro perso" ho sentito di tutto. Per me costoro potrebbero pure andarsene a fare in culo.
Argomento 2), questa Italia (= governo) non mi piace e voglio cambiare vita. Ah, ciclicamente (ho una certa eta'...) sento questa panzana. Pure io -ad un certo punto della mia vita- ho pensato di "emigrare". Bene, ma dove? Si fa presto adesso a dire "ovunque" purche' non qui. Ho girato molti paesi del mondo, mi manca giusto il centro america, l'asia e l'africa centrale. Ma non credo che siano paesi presi in considerazione per un cambio totale di vita...
Tralasciando per comodita' i paesi democraticamente inferiori (almeno secondo i nostri standard), i problemi con la lingua (si fa presto quando in vacanza c'e' la guida, eh?), i problemi burocratici (dopo 90 giorni normalmente si deve uscire al paese) o il fatto che comunque un lavoro lo si deve pure fare, cominciamo dal Canada. Bello, tranquillo, vasto.... "ma che 2 maroni dopo un po'!" il freddo invernale e' tremendo, e poi il Quebec e' antipaticamente cosi' francese da disgustare un francese di Francia. A Vancouver, indicata come la citta' ideale dove vivere, vi vorrei vedere. Del traffico automobilistico congestionato delle 18 non si parla? Del fatto che ci sono suicidi quasi quanto in Norvegia? Nulla eh?...
Proseguiamo, USA. Ah, beh, belli, vari, razzistissimi con gli stranieri. E poi il terribile problema del cibo. L'americano medio e' spocchioso, presuntuosissimo e dannatamente patriota. Se venisse a sapere che siete andati la' per vivere vi cancellera' dalla lista degli amici. E in tutto il quartiere sareste tacciati come "l'antipatriota". E poi i metodi un po' troppo bruschi della polizia non si addicono ad un emigrante italiano. E del fatto che negli States per vivere un po' sopra la media (e neanche tanto) si deve lavorare 12 ore al giorno?
Caraibi, io ho visitato la Repubblica Domenicana e St. Croix, ma piu' o meno sembrano tutti uguali (tranne Cuba dove la democrazia e' a livelli inferiori e quindi non la considero), vita facile ma alla fine la noia ti prende. Il famoso chiosco sulla spiaggia che vorresti mettere su, alla fine sara' frequentato da italiani che ti guardano con aria di compatimento e sospetto (in fondo perche' mai un italiano dovrebbe andare a vivere a Santo Domingo, se non per essersi sposato una locale o per sfuggire alla giustizia?).
Sudamerica? Brasile? Io non ho trovato alcun motivo per andare a vivere in un paese molto piu' pericoloso del nostro, caotico, e dove ti faranno sempre notare che il calcio carioca e' di gran lunga meglio di quello italiano. Un po' meglio Argentina e Cile, ma nel secondo la diffidenza dei cileni verso gli sconosciuti impedisce una normale vita sociale, nel primo, al contrario, una qualsiasi vita privata. In entrambi il patriottismo e' a livelli fors'anche superiori che negli USA (e quindi torna il discorso fatto per gli USA).
Cambiamo continente, Africa. Mediterranea lasciamo stare, parlo di Namibia e Sudafrica. In Namibia bisogna convivere con il fatto che i tedeschi vengono per la caccia. Si, ci sono i parchi protetti, ma nella maggior parte delle fattorie si spara ad animali veri. E poi non e' cosi' remota la possibilita' di incrociare la strada di una cheeta. Un ghepardo. Incazzato e affamato.
Sudafrica: quando ci andai io tutte le strutture alberghiere e i B&B (che sono tutte dei bianchi) sono isolate da muri alti 3/4 metri, elettrificati e le citta' si dividono in due: la citta' vera e propria e la kleine citta' ovvero la baraccopoli dei neri. Spero che nel frattempo le differenze siano mitigate, ma non credo preferiate vivere in un paese dove -comunque- il tasso di delinquenza e' di gran lunga superiore al nostro.
Altro continente, l'Oceania. Qui potrei convenire che la vita e' sicuramente migliore che da noi, ma vivere downunder non e' da tutti. In Australia gli spazi sono enormi e se preferite le citta' l'assedio del fuoco d'estate, e delle inondazioni nelle stagioni di mezzo non so che tranquillita' possa darvi. Qui vivono i serpenti piu' pericolosi, e per andare a trovare un amico magari tocca prendere un volo di diverse ore.
In Nuova Zelanda ho quasi pianto. Verde, verdissima, ma disperatamente piovosa e pallosa. L'italiano tipico si taglia le vene dopo 3 mesi. E poi hanno disoccupazione anche loro, e trovare un lavoro potrebbe essere molto piu' difficile di quanto si creda.
Torniamo in Europa? E dove? Nella grigissima e tristissima (ma efficientissima) Germania? Nella spocchiosa Francia? Nella perfida Albione? Nella precisissima Svizzera? Nell'ancor piu' incasinata Spagna, laddove se sei di Madrid sei odiato dai catalani e viceversa (ricordo che la' l'ETA tirava le bombe per strada, fino all'altro ieri)? Tornereste in Italia dopo una settimana.
Morale, da qui sembra tutto bello e facile e allora il mio consiglio e' solo uno: dal momento che il visto turistico vi concede fino a 90 giorni, andate nel paese idealizzato e dimenticate di essere turisti d'hotel a 5 stelle e provate a viverci. Cercate un lavoro, leggete gli annunci immobiliari, andate a fare la spesa! Interagite (cercando -se non la conoscete- di farvi capire e di imparare la lingua), e se proprio siete convinti andate, non saro' certo io a fermarvi, anzi vi aiutero' a prendere il volo per togliervi dai coglioni.
Nel mio piccolo, nuoto, pedalo e corro. E mentre mi godo i prossimi 150 anni di Unita', oggi ho corso, quasi 15 k in 80', 55' al lento e 25' al medio estensivo.

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