di Rina Brundu. Mio zio ha 103 anni ormai. Ha fatto il pastore tutta la vita. Una decina d’anni fa quella vita me l’ha pure raccontata. E mi ha parlato del Salto di Quirra, storico territorio del Comune di Villagrande Strisaili situato però nel sud della Sardegna e dunque a notevole distanza da quel paese di montagna a cui appartiene. Lo zio lavorava come allevatore transumante tra le selvagge vallate del Gennargentu e le pianure del Campidano, di Quirra e di Castiadas. Del resto, tutti i pastori ogliastrini si spostavano come lui e i suoi colleghi. Partivano in autunno, obbligatoriamente tra il 15 e il 20 Novembre, prima che la neve prendesse a bloccare i passi di montagna e quindi anche il passo degli stessi armenti. Tornavano sei mesi dopo. A maggio. In primavera.
La vita nel Campidano di quei primi decenni del ventesimo secolo non era mai facile, mi diceva. I pastori costruivano baracche di frasche che fungevano da abitazione. Precaria. Anche spostarsi nel territorio intorno non era semplice dato che gli uomini camminavano scalzi o, al più, con calzature fatte di pelle di vacca, le suole di gomma non le avevano ancora portate in quelle zone interne della Sardegna. O forse non erano state neppure inventate! La vita quotidiana scorreva monotona. I pasti erano frugali, polenta senza condimento la mattina, ricotta col siero la sera. La polenta la mangiavano tutti da un’unica pentola, aiutandosi con un cucchiaio di legno, o di corno di bue, che ognuno si ingegnava a costruirsi. Del resto, la faccenda non era di secondaria importanza: più grande il cucchiaio, più grande la porzione!
Le visite, per i pastori, erano rare nei territori di Quirra; si limitavano a qualche cavaliere su cavallo lento che quando si era davvero fortunati ti portava notizie della famiglia rimasta in montagna, oppure ad un qualche commerciante cagliaritano pronto ad acquistare il formaggio prodotto con tanta fatica per poche lire al chilo prima di rivenderlo a caro prezzo nei mercati rionali di città. Che date cose non cambiano mai: cambiano i tempi ma i furbi sono sempre quelli!
Nel tempo anche la vita dei pastori sardi è cambiata. Dieci anni or sono, quando mi raccontava tutte queste storie, lo zio, testardamente, si rifiutava finanche di considerare pastori quelli che a quel tempo – cioè una decade fa – andavano a “trovare” le greggi con i SUV e spendevano con i loro animali solo il tempo necessario per ricevere i finanziamenti della comunità europea. Semplicemente, continuava a scuotere la testa e si portava avanti con altro discorso.
Mai avrebbe immaginato, e mai immaginerà, che quei suoi colleghi più giovani, e apparentemente più fortunati, potrebbero avuto una vita molto più “dura” della sua nei territori di Quirra. Questo sarebbe senz’altro il caso se rispondesse (come credo risponda) a verità la recente notizia del ritrovamento di grandi quantità di torio 232 (un elemento fortemente readioattivo), nelle salme di diversi pastori riesumate tempo addietro per ordine della procura di Lanusei. Ovvero, per ordine della stessa procura che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo con inquinamento ambientale nel poligono interforze del Salto di Quirra.
Già perché – guai a dirlo allo zio! – neppure quel territorio e più lo stesso dei giorni della sua fanciullezza. Nel tempo sembrerebbe essere infatti diventato centro di addestramento militare, polveriera dove lanciare missili (si parla dei missili Milan) e farli esplodere in aria, luogo prescelto dove far brillare quantità industriali di armi di dubbia fabbricazione e di diversa provenienza. Come non bastassero tutte le altre faccende di ordinaria e straordinaria follia che si sono prese le vite di moltissimi giovani sardi! Con la divisa o senza, nella nostra Storia recente così come in quella più antica! E chi pagherà? Naturalmente, non si sa. Del resto, neppure questa faccenda è di secondaria importanza, ma rientra senz’altro – almeno ad occhio e croce – nel realm-delle-cose-che-non-mutano-mai. Ormai lo sappiamo bene: cambiano i tempi ma i furbi sono sempre quelli!
Featured image, con zio Angelo (103 anni) nel 2010. Scorcio del lago Alto Flumendosa (OG).