Fossi stata al posto dei direttori di quei tre giornali, lo spunto per il titolo dell’articolo dedicato alle dimissioni di Mario Monti, con contestuale ritorno di Berlusconi, lo avrei preso dal glorioso motto inciso sullo stemma della nobile famiglia dei Tomasi –famiglia immortalata dallo scrittore siciliano Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel romanzo Il Gattopardo - “Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra“. Di sicuro, mi sarei concentrata sull’analisi di queste parole pure per tentare di spiegare ai lettori la Sindrome del “credersi-il-sale-della-terra” che, di questi tempi, sembrerebbe affliggere il patron dell’AC Milan, nonché padre nobile del Partito delle Libertà.
Questo detto è pur vero che la frana è stata prodotta dal sassolino caduto da tutt’altra montagna: detto altrimenti, galeotte furono le Primarie PD e la vittoria della vecchia guardia. Non si capisce però cosa abbia portato Silvio Berlusconi – che uomo sciocco non è – a confondere la serrata dei ranghi dell’intelligentzia e della base militarizzata di sinistra intorno a ciò che resta del glorioso partito che fu di Enrico Berlinguer, con un incongruente desiderio di restaurazione nel Paese. Ne deriva che molto probabilmente Berlusconi ha preso la sua decisione di tornare nell’arena politica basandosi – più che sui soliti, amatissimi, sondaggi – su un personalissimo “wishful thinking”; l’alternativa sarebbe infatti ritenere che – oltre a credersi-il-sale-della-terra – egli abbia anche una visione “gattopardica” del popolo che vorrebbe (ri)governare. Una visione che sarebbe meglio descritta con una nuova parafrasi dal testo già citato: “Il sonno, caro Chevalley, il sonno è cio che gli Italiani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali”.
Che a ben conoscere il popolo in questione, un tal Berlusconi-letterato-illuminato sulla via verso Palazzo Chigi non avrebbe tutti i torti col suo obliquo ragionare. Basti pensare, per esempio, a come una data Stampa, collocata sia alla destra che alla sinistra del Nostro Signore di Arcore, ha sempre “accolto” il tentativo di suonare la “sveglia” comunque messo in atto dall’Esecutivo tecnico. Esecutivo freddo quanto si vuole, distante dalla politica “cuore” che fa rima con “amore”, “spira-tanto-sentimento” e annaspa nel clientelismo più bieco che si è costantemente preferita nel Paese da 50 anni a questa parte; finanche Esecutivo “insensibile”, “duro”, in date occasioni, ma anche l’unico governo credibile – su un piano nazionale ed internazionale – che ci sia stato nell’ultimo mezzo secolo.
Come a dire che nell’anniversario della morte dell’intramontabile autore di “Imagine”, il titolo per le World News del fatidico 8 Dicembre forse avrebbe dovuto essere semplice. Di sicuro era destinato: Supermario (Monti) like John (Lennon): shot in the back!
Featured image, John Lennon nel 1975. Fonte Wikipedia.