Un paradosso della politica democratica è che solo sulla base di una particolare identità comune si possono organizzare i movimenti in grado di trasformare la società. L’interesse pubblico non ha trovato niente di meglio che la forma partito per essere perseguito; la politica, in democrazia, non può far altro che affidarsi alla partitica. Nonostante tutti i tradimenti che la forma partito ha commesso ai danni della politica, non si è vista alcuna alternativa seria in grado di sostituirla nel sostenere l’organizzazione dello Stato. Certo, la forma partito non è immutabile: è variata e varierà ancora, si spera nel senso dell’inclusività e della partecipazione; ha alternato periodi virtuosi ad altri, come l’attuale, di profondo discredito. Ma l’unico modo in cui gli uomini si fanno coinvolgere politicamente è a partire da un’identità partitica. Così è stato, non solo in democrazia, e così sarà sempre. Anche quando un movimento si dichiara apertamente antipartitico, è partitico, dato che il suo agire politico è determinato da un’appartenenza specifica.
Il dissidio tra politica e partitica non è congenito, ma viene generato da un rifiuto della partitica di portare avanti la sua naturale missione di essere strumento della politica, per rivendicare un’autonomia assoluta, sovrapponendo l’interesse particolare al generale. Questo non è causa solamente di una cattiva gestione del denaro pubblico, ma anche di una cultura diffusa per cui rivendicazioni, siappure legittime, vengono avanzate e sostenute con metodi prevaricanti. Occorre scindere, nell’agire partitico, un orizzonte di lotta e di protesta da uno di proposta e di governo. Il grado di partiticità tollerabile nell’orizzonte di lotta, non può essere tollerato in un orizzonte di governo. Ma anche in un orizzonte di lotta è necessario tenere sempre viva la sensibilità verso l’altro, fosse pure considerato alla stregua del peggior nemico.
I rischi generati dal paradosso della partitica come unico strumento efficace per coordinare ed orientare la cittadinanza verso il conseguimento dell’interesse generale, l’autentica politica, in Italia sono stati amplificati dalle diversità ambientali e culturali coesistenti, dall’immatura tradizione nazionale e dalla frammentata e lacunosa formazione civica. Questi elementi hanno dato luogo a un eccesso di particolarismi, causando spesso la frammentazione dell’interesse pubblico in corporativismi e lobbismi, favorendo la riduzione della politica ad agone per contrapposizioni ideologiche strumentali e ricatti incrociati. In questo modo, la partitica, da strumento per arrivare a una sintesi politica condivisa, si trasforma in suo principale carnefice.