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Politica ed elezioni: da scelta civica ai moderati

Creato il 19 marzo 2016 da Caval48 @carlovalentini

DI CARLO VALENTINI

POLITICA ED ELEZIONI: DA SCELTA CIVICA AI MODERATI
Potrebbe essere la ciambella di salvataggio per Denis Verdini. Ma non sarà l'attesa festa, per colpa dei giudici. Oggi a Roma, al centro-congressi Roma Eventi di via Alibert, infatti, egli avrebbe dovuto essere l'ospite di riguardo della convention che trasformerà Scelta Civica nel Cantiere dei Moderati, raggruppamento che ha l'ambizione di radunare i centristi che appoggiano il governo Renzi. Si parte dall'alleanza tra l'ex-partito di Mario Monti e il gruppo di ex-forzisti che si sono staccati da Silvio Berlusconi, guidati da Verdini, per poi calamitare Angelino Alfano, Pierferdinando Casini e il loro Ncd-Udc. Un'operazione non semplice poiché Alfano rivendica la primogenitura e la leadership e non ha nascosto l'irritazione per un'operazione non organizzata insieme a lui. Dice la sua portavoce, Valentina Castaldini: "Noi abbiamo una certezza, l'Udc è da sempre nostra alleata e c'è un percorso iniziato con Flavio Tosi, nell'ambito di un accordo sulla visione e sui contenuti. Non abbiamo altre ipotesi sul tavolo".

Il segretario di Scelta civica, Enrico Zanetti, veneziano, viceministro all'Economia, non la prende bene e non porge l'altra guancia: "Alfano sta in una maggioranza di governo e al contempo si allea in Regioni e Comuni chiave, come Lombardia e Milano, con forze politiche nazionali che quotidianamente descrivono l'operato del governo come il peggiore di sempre. Autonomia è costruire un proprio spazio politico, ed è quello che stiamo facendo noi che siamo gli alleati moderati di Renzi. Alfano dice di essere autonomo ma in realtà è confuso e non ha una linea".

Alfano cosa dovrebbe fare? Secondo Zanetti: "Ncd, per sciogliere i suoi nodi politici, dovrà necessariamente passare per lo scioglimento di Ncd stessa".

Ma se alle elezioni politiche vi sarà lo sbarramento, senza l'embrasson nous tutti rischiano di rimanere ai nastri di partenza. In ogni caso l'iniziativa di oggi mette in subbuglio anche il centro, che si va così ad aggiungere agli altri deliranti schieramenti politici.

Spiega Zanetti "intendiamo dare inizio ad un nuovo rassemblement politico di ispirazione liberale". Il marchio (Moderati) è già stato registrato. Per ora all'appello hanno risposto una ventina di deputati a cui dovrebbero aggiungersi quelli del gruppo di Verdini, la cui vicenda giudiziaria ha certamente rotto le uova nel paniere ma non mandato all'aria il matrimonio. Anche perché Zanetti ha bisogno del suo apporto per non doversi limitare a un'operazione di maquillage ma anche Verdini, soprattutto ora, necessita di un'alleanza. Al gruppo sembra abbia già dato una mezza adesione anche Flavio Tosi, che però in questa fase preferisce stare alla finestra: "Tutto ciò che si muove -dice- fuori da questo Pd e dal centrodestra monopolizzato da Salvini così come dal grillismo per noi è degno di attenzione".

Oggi a Roma, quindi, nascono i Moderati. E Zanetti, nell'elencare coloro che porteranno il saluto, sottolinea che il tesoretto (seppur limitato) di voti avrà un suo peso alle prossime amministrative poiché in molti Comuni i candidati si contenderanno la vittoria sul filo di lana. Anche per questo hanno risposto all'appello (e parleranno alla convention) Piero Fassino (Torino), Valeria Valente (Napoli), Roberto Giachetti (Roma). Inoltre ci saranno dei candidati civici poiché il nuovo partito annuncia di volere prestare attenzione alle liste civiche (in parte raggruppate nei Cittadini per l'Italia) considerate un antidoto all'astensionismo. Dice Zanetti: "Un progetto come il nostro non si fa con fusioni a freddo di gruppi parlamentari nel palazzo e imbarazzanti alleanze a geometrie variabili, spacciando per autonomia ciò che è invece grande confusione nel migliore dei casi e opportunismo da poltrona nei peggiori. Non si fa neanche inventando una lista civica nazionale a poche settimane dal voto, chiamando all'impegno civico in parlamento chi non è passato attraverso l'assai più umile e meritevole impegno civico nei quartieri e nei comuni".

Buone notizie arrivano dalla Campania, dove il consigliere regionale Michele Schiano è passato da Forza Italia ai Moderati e quindi dall'opposizione all'appoggio alla giunta guidata da Vincenzo De Luca: "E' opportuno un rapporto di dialogo con la giunta in maniera forte- dice- affinché si possano raggiungere più obiettivi possibili, che permettano alla Campania di essere all'avanguardia e al passo con le regioni del Nord".

Qualche dolore arriva invece dal Veneto dove Ilaria Capua, che Mario Monti volle capolista ed entrò in parlamento, ha deciso di lasciare lo scranno e la politica per dedicarsi ai suoi studi. Colui che le subentrerà, Domenico Menorello, ha già fatto sapere che andrà con Alfano.

Inoltre all'interno di Scelta civica c'è chi storce il naso e non lo nasconde: "Alla convention l'ospite principale sarà Denis Verdini? - dice il deputato Gianfranco Librandi. -Io preferirei avere Mario Monti. Qualcuno si stupirà che io ed altri parlamentari del gruppo abbiamo appreso queste informazioni sui giornali e non dalla segreteria del partito di cui sono ancora tesoriere. Ma non c'è nulla di cui stupirsi, era evidente che certe cose stessero prendendo una piega personalistica. Diciamo che sulla costruzione di un nuovo contenitore politico il segretario Enrico Zanetti ha deciso sostanzialmente di non condividere più un comune percorso politico con me e gli altri colleghi montiani".

Anche un altro deputato, Nuccio Altieri, non pare molto convinto: "E' obbligatoria la strada di riunire le forze moderate, ma sulla base di due pilastri. Il nuovo soggetto deve essere alternativo al Pd e al governo Renzi e deve dotarsi di regole che consentano di fare una sintesi tramite la scelta dei cittadini".

Ma il bello è che perfino Giacomo Portas, il deputato che con Zanetti dovrebbe tenere il forcipe per la nascita dei Moderati, dice che Verdini è troppo scomodo. Insomma, si bisticciano perfino i promotori del nuovo partito che non è ancora nato. "Per me sono meglio i moderati - dice Portas- che si riconoscono nel centrosinistra ormai da oltre dieci anni e che hanno come obiettivo quello di rinnovare l'Italia e di fare un servizio ai cittadini. Non ho ancora capito, invece, quali sono le idee di Verdini. Come intenda riformare l'Italia, come abbassare il debito pubblico, come trovare lavoro ai giovani., o come gestire le banche".

Il fatto è, ribattono i zanettiani, che chi vuole fare tornare Verdini all'opposizione in realtà vuole fare cadere Renzi poiché il governo al senato, senza i voti di Verdini, va a casa. Quindi meglio recuperarlo a un progetto centrista che lasciarlo andare alla deriva, col rischio che porti con sé il renzismo.

Cerca di spazzare via le polemiche Enrico Martial, segretario regionale di Scelta civica in Piemonte, l'ultima roccaforte rimasta agli orfani politici di Monti: "All'avvio degli ultimi tre governi, di Mario Monti, di Enrico Letta e di Matteo Renzi, gli italiani hanno manifestato ogni volta speranza. Ma l'azione dei tre governi è stata ostacolata. Renzi persiste e contrattacca, Per questo la costituzione in Italia di un'area liberaldemocratica di stampo europeo è essenziale".

Appuntamento oggi, a Roma. Mario Monti ha disconosciuto il suo pargoletto dopo l'insuccesso elettorale e non ci sarà. Nel 2013 con lui arrivarono in parlamento 49 deputati e 21 senatori. Oggi Scelta civica ha 20 deputati e nessun senatore.

19.03.2016


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