POLITICI INGLESI: Crisi EURO, 2012 fase cronica

Creato il 02 febbraio 2012 da Nicochendi
Ecco cosa pensano i politici d'oltremanica riguardo la situazione dell'Europa e della moneta unica. Una breve ma approfondita carrellata presa da un articolo dell'Indipendent on-line di oggi 2 Febbraio 2012:

 Alistair Darling, Cancelliere dell’esecutivo nel periodo 2007-2010: "Credo che nessuno possa realisticamente dire che la zona euro sopravviverà con la sua composizione attuale e più a lungo l'inerzia continua, maggiori sono le probabilità che uno o più paesi siano costretti ad abbandonarla. Qualsiasi istituzione che lasci la Grecia con 120% del debito sul PIL è insostenibile e segnali inquietanti stanno arrivando anche dalla Spagna. Una politica di sola austerità non funziona, soprattutto una politica di austerità che è imposto dall'estero e decisa da giudici, piuttosto che da politici elettidemocraticamente. La gente dovrebbe eleggere i propri governi democraticamente. Se la politica economica è stata imposta senza dare scelta al cittadino diventa quasi intollerabile; la momentanea calma di Gennaio, un mese senza crisi, non deve sembrare definitiva. Spero che la gente non ci caschi, perchè nessuno dei problemi di fine 2011 è stato ancora risolto’’
 Lord Lamont, Cancelliere dell’Esecutivo nel periodo 1990-1993: "Ho una visione abbastanza chiara, probabilmente sbagliata, che nel lungo periodo la zona euro non possa sopravvivere. L’Unione Europea non è adatta allo scopo ed è stata forse l'errore politico più grande dal 1945. Penso che la ragione di questo m io previsto malfunzionamento non sia in particolare la crisi di oggi, bensì una generale crisi di competitività. Italia, Grecia, Spagna e Portogallo sono paesi non sufficientemente competitivi rispetto alla Germania e io non credo che il grado di austerità e di deflazione necessari per rendere queste nazioni competitive sarà politicamente accettabile. Nell'immediato futuro penso che sia possibile che la zona euro arriverà quasi indenne alla fine di quest'anno, anche se forse la Grecia non ci sara’, perché c'è una precisa volontà politica dietro a questa impresa. Ma quello che è emerso in maniera terrificante negli ultimi giorni è come nella zona euro sia necessario un intervento politico centrale al fine di garantirne la sopravvivenza in un modo estremamente difficile da conciliare con la democrazia parlamentare. Tutto questo parlare di un commissariato che prenda in consegna il budget è poco attraente e sottolinea la saggezza della Gran Bretagna nel tenersi fuori, nonostante le conseguenze economiche di fondo"
Nigel Lawson, Cancelliere dell’esecutivo nel periodo 1983-89: "La zona euro è fondamentalmente uno sbaglio e difficilmente funzionera’, questo ormai è chiaro a tutti. Ma è un sistema dal quale è difficile uscire una volta accettato. Gli architetti più intelligenti del Eurozona hanno capito che l'unione monetaria non puo’ funzionare senza una completa unione politica. Ma non si può imporre una unione politica contro il volere del popolo, almeno nei paesi che si definiscono democratici. Se non è possibile imporre l'unione politica allora l'unione monetaria non puo’ funzionare".
Jim O'Neil, Ex capo della ricerca economica globale e presidente di Goldman Sachs Asset Management: "La realtà è che troppi paesi hanno aderito fin dall’inizio all’Euro ed ora, senza un drammatico cambiamento, probabilmente non potranno sopravvivere. Ma io non credo che sia un problema per l’anno in corso. Tuttavia Grecia e Portogallo dovranno dimostrare di poter sopravvivere in questo sistema nel lungo periodo. Compito arduo, in quanto dovranno aumentare la loro produttività e competitività tanto da poter essere in grado di cominciare un nuovo periodo di crescita ma, a causa dell'euro, non avranno il beneficio di una svalutazione monetaria ad aiutarli".
Lord Ashdown, leader dei liberaldemocratici nel periodo 1988-1999: "Non credo che la zona euro nella sua forma attuale possa sopravvivere. La domanda è allora dove sia il confine. Ma si capisce chiaramente dove risieda il ‘’cuore’’ di tale istituzione: si tratta di Germania, Austria, Finlandia e Danimarca. Per ragioni economiche magari la Francia non è voluta ma politicamente non la si puo’ escludere. Ma la domanda è: l’Italia è dentro o fuori? La mia opinione politica resta focalizzata sulla Germania: mentre il popolo tedesco finanzierà la ricapitalizzazione delle proprie banche non sono sicuro che presteranno soldi agli italiani. Tutti si stanno chiedendo come mai i tedeschi non versino ulteriori fondi, ma basterebbero 2 minuti di riflessione in merito. Non c’è verso che la germania versi ulteriori fondi, non senza la creazione di un’istituzione che assicuri che tali soldi non vadano ancora buttati".
David Laws, Primo segretario al Tesoro 2010 ed ex vicepresidente di JP Morgan: "La chiave per i prossimi mesi riguarda la misura in cui la zona Euro e la BCE possano rafforzare la fiducia in modo che i problemi di Grecia e Portogallo non si diffondano in Italia e Spagna, due paesi in cui la dimensione del debito, di rifinanziamento e di interconnessione all'interno del sistema bancario europeo sono tali che, in caso si finisse ad avere un crollo della fiducia, sarebbe estremamente difficile uscirne indenni. Il Portogallo è un legame particolarmente sensibile tra Grecia, Spagna e Italia, economie nettamente maggiori: la situazione in Portogallo è stata piuttosto triste. Sembra che non sia ancora giunto il momento in cui le forze politiche siano disposte a tagliare di netto la crisi. Il problema è il seguente: continueremo a ‘’cavarcela’’come l’anno scorso con un sempre minore attrito nel sistema finanziario?"
Ed Balls dichiara che.....: "Lungi dall'essere finita, temo la crisi dell'euro è quest'anno stiamo entrando in una fase più cronica. Mentre i periodi di turbolenze di mercato che hanno caratterizzato la crisi dello scorso anno potrebbero essere finite, almeno per il momento, non fatevi ingannare. Le pressioni sottostanti non si sono dissolte. Non c'è ancora nessun piano per la Grecia e vertici sono infiniti, senza pero’ aver ancora trovato un modo per ripristinare correttamente la fiducia dei mercati, bloccare il contagio e diffondere e promuovere la crescita. Credo che sia essenziale che la BCE abbia dato sostegno politico ad agire come prestatore di ultima istanza. E 'la logica dell'unione monetaria che questi 17 paesi hanno sottoscritto. Gli investitori devono sapere che i paesi della zona Euro faranno tutto il possibile per stare uniti. Ma fintanto che i dubbi rimangono l'attuale crisi e il rischio di contagio continuerà. Guardate quello che sta accadendo alla crescita, disoccupazione e debito. L’agenzia di rating Standard and Poor ha avuto ragione quando, in Francia e in altri declassati lo scorso mese, hanno detto che la sola austerità rischia di diventare controproducente'.Tutti i paesi devono prendere decisioni difficili in materia fiscale e di spesa, ma per avere successo ed abbassare il deficit abbiamo bisogno di un piano adeguato per la crescita e l'occupazione in tutta Europa, proprio come abbiamo bisogno qui in Gran Bretagna. Finora i nuovi trattati rischiano di mettere all’Europa una ‘’camicia di forza’’ che recentemente anche le agenzie di credito hanno pesantemente criticato. In Gran Bretagna sappiamo quanto autolesionista sia l’austerità: non c'è crescita, la disoccupazione è alle stelle e ci sono £ 158.000.000.000 di indebitamento extra al di fuori dell'euro. La Gran Bretagna aveva una scelta, ma abbiamo sbagliato e cosi facendo abbiamo soffocato la nostra ripresa interna ben prima della recente crisi nel continente. In sintesi, questa convinzione di austerità collettiva significa che David Cameron e George Osborne sono in grado di sostenere una soluzione adeguata a questa crisi, che è vitale per la nostra fragile economia. Soprattutto perché solo l'aumento delle esportazioni ci ha tenuti fuori dalla recessione l'anno scorso in Gran Bretagna e per quanto riguarda la zona Euro, se i leader politici continueranno così, rischia davvero che il 2012 sia un anno triste ".
Neil Kinnock, commissario europeo 1995-2004: "La zona euro non sta per crollare, non quest’anno almeno. La ragione fondamentale delle mie dichiarazioni si basa sul fatto che se ad ogni membro della zona Euro fosse permesso di ‘’cadere’’ si avrebbe un effetto molto dannoso che nessuno vuole, nemmeno le più forti economie. A poco a poco i membri della zona euro stanno mettendo insieme una serie di misure che combinano la disciplina con il supporto. Non è ancora finita, ma sta andando nella direzione che impedirà il crollo. Il mio rammarico è che l'unica formula impiegata dalla maggior parte degli stati in Europa sia una presione pesante sulla crescita. La gente nelle democrazie accetterà l’austerità solo se intrapresa con la giustizia, ma se è effettuata in modo da punire senza giustizia si verifichera’ una situazione di risentimento e resistenza. Penso che il prossimo capitolo riguardi la gente sostenendo la crescita come saggio andamento economico e come il mezzo migliore per la riduzione del disavanzo’’.
Olli Rehn, Vice Presidente della Commissione europea responsabile per l'Euro: "L'euro c’è, rimarra’ ed uscira’ più forte dalla crisi attuale. Gli eventi degli ultimi due anni hanno creato le condizioni per rafforzare le sue fondamenta con decisione. Abbiamo introdotto norme nuove per rafforzare notevolmente la nostra capacità di garantire finanze pubbliche sane. Abbiamo introdotto sistemi per individuare e prevenire gli squilibri macroeconomici - come bolle dei prezzi delle case - che minacciano la stabilità. Si tratta di imparare le lezioni del passato. L'Europa deve ridurre i livelli di debito pubblico per ripristinare la fiducia, evitando tagli in aree strategiche per la crescita futura come l'educazione e la ricerca che deve essere accompagnato da riforme strutturali per combattere la disoccupazione giovanile, sostenere le piccole imprese e completare il mercato unico. Per i paesi più vulnerabili alla crisi, stiamo rafforzando il nostro firewall in modo da dare loro lo spazio per mettere le loro cose in ordine. Stiamo avviando niente di meno che una riforma economica dell'Europa. Passo dopo passo, stiamo creando stabilità finanziaria e le condizioni per una crescita sostenibile con creazione di posti di lavoro".


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