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Pollo alle prugne

Creato il 16 aprile 2012 da Misterjamesford
Pollo alle prugneRegia: Vincent Parronaud, Marjane SatrapiOrigine: Francia/IranAnno: 2011Durata: 93'
La trama (con parole mie): Nasser-Alì, un musicista di fama mondiale tornato nella natìa Teheran sul finire degli anni cinquanta, è sposato con Faringuisse, che l'ha atteso per tutta la vita e si logora nel suo amore non corrisposto per lui, e ha due figli.
Un giorno, nel pieno della ricerca di un nuovo violino che possa ridare alla sua arte la voce che merita, l'uomo incrocia per strada Irane, antico amore cui dovette rinunciare a causa dell'intervento del padre della ragazza: l'incontro genererà uno sconvolgimento che porterà l'artista a negare il ritorno alla musica e alla vita, tanto da indurlo a lasciarsi morire nel letto, incurante di tutto, in bilico tra i ricordi dell'infanzia ed il presente in cui i figli giocano evitando i compiti e la moglie tenta il tutto per tutto in modo da riportarlo alla realtà.
Ultima arma: il suo irresistibile pollo alle prugne.
Pollo alle prugne
Dalle parti di casa Ford si vuole un gran bene alla premiata ditta Parronaud e Satrapi fin dai tempi dello splendido Persepolis, tra i miei dieci film d'animazione di culto senza contarne il valore come pellicola di formazione, in bilico tra leggerezza e profondità: proprio per questo l'attesa e le aspettative rispetto al nuovo lavoro del duo erano piuttosto alte, nonostante il passaggio alla fiction vera e propria potesse in qualche modo costituire un ostacolo per la buona riuscita dell'opera.
A visione ultimata posso dire che i co-registi hanno, di fatto, superato la prova, pur confezionando un lavoro ben lontano dall'essere perfetto o all'altezza del precedente: Pollo alle prugne, affetto di radicalchicchismo fin nel profondo e venato da quell'autorialità furbetta tipica del Jeunet di Amelie o dei lavori di Mihaileanu, pare proprio uno di quei film confezionati giusti giusti per le signore alternative e molto benestanti che con le amiche si buttano alla conquista delle sale d'essai a metà pomeriggio, trovando anche il pretesto, chissà, di approcciare qualche studentello imberbe di Cinema in modo da avere una consulenza privata a domicilio.
Eppure, mandato giù il boccone amaro della cornice, non si può negare a questo film una leggerezza malinconica e struggente che ha il sapore della poesia, una discreta ironia di fondo ed un crescendo emozionale invidiabile, che pare creato appositamente per allontanare proprio le suddette finte alternative da salotto con i loro commenti poco sopportabili all'uscita dalla sala.
L'escalation finale, infatti, giunta al termine di un percorso a cavallo tra la vita e la morte, il presente ed il passato del protagonista colorato con un gusto che riporta a Persepolis e all'origine di graphic novelist della Satrapi ed astutamente punteggiato da momenti quasi comici - il viaggio in autobus di Nasser Alì e del figlio su tutti, ma anche la rievocazione della passione del protagonista per Sofia Loren in una sequenza quasi almodovariana - stravolge tutte le regole così meticolosamente disposte colpendo dritto al cuore dello spettatore e, di fatto, portando ad una valutazione nuova - e decisamente più alta - dell'intera pellicola, finendo per lasciare con la sensazione di aver effettivamente assistito non tanto ad un'opera di fiction quanto al racconto delle esperienze e della vita di una persona reale, come fosse un amico, un parente o qualcosa in più.
La stessa evoluzione della doppia storia d'amore - per nulla consolatoria e, di fatto, elemento "negativo" della pellicola - rispecchia più il percorso di un dramma assolutamente realistico che non una favola che possa soltanto sfiorare le ferite più dolorose senza spargervi sopra - ed impietosamente - del sale, lasciando che i due personaggi di Faringuisse ed Irane divengano i più tormentati e drammatici della vicenda, riprendendo in questo senso il discorso del lavoro precedente, in cui a fare da sostegno alla famiglia - così come al mondo - erano e restano le figure femminili.
Come ci si aspettava, inoltre, pur se attraverso un percorso decisamente più sotterraneo rispetto a Persepolis, sono evidenti i riferimenti all'Iran anche e soprattutto odierno, ben rappresentato nella sua parte più oppressiva dal padre di Irane, cui, volendo, si potrebbe dare una lettura estremamente politica: in questo affresco non perfetto ma assolutamente variegato trova spazio inoltre la componente fiabesca e magica della tradizione mediorientale, ed i passaggi dedicati all'Angelo della morte - splendidi - divengono espressione di una sensibilità da Mille e una notte che lascia incantati.
Non saremo dunque di fronte ad un film indimenticabile, e sento già lamentarsi sia i "duri e puri" del Cinema d'autore per una pellicola "troppo morbida" sia il grande pubblico rispetto ad una commedia sentimentale che, in realtà, ha tutti gli elementi del grande dramma: eppure Pollo alle prugne funziona così com'è, come il piatto che gli da nome.
Se qualcuno degli ingredienti non risulta di nostro gradimento, basterà lasciarlo da parte, e chissà: può anche essere che, in un boccone fortuito e mescolato al resto, possa sorprenderci con tutto il suo fascino imperfetto.
MrFord
"How are you, how have you been, girl I miss you, wanna see you again
so why you, wanna be there, when you could be here, you are slipping away."Lagwagon - "Violins" -
 

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